Vaccheria, frazione borbonica di Caserta, da quel lontano 1778, quando il 17 dicembre vi morì Carlo Tito, l'erede al trono, è diventata una specie di sorella rinnegata della più famosa San Leucio e paga lo scotto della dimenticanza. Non della storia ma del presente. Aggredita nei fine settimana da orde di giovani che cantano, ballano, gozzovigliano fino all'alba, a cui nessuno pone limiti e detta regole, è abbandonata da chi dovrebbe averne cura istituzionalmente.
«Vaccheria dice Nadia Ersilia Atzori non è un borgo per bambini, per disabili e per famiglie. La piazza è ormai diventata area di parcheggio selvaggio, i piloncini che delimitavano l'ingresso per le auto, giacciono divelti o spostati da tempo immemore e a nulla sono valse le nostre proteste, le nostre segnalazioni. Per i bambini non ci sono aree gioco, restano le strade dove rischiano di essere investiti. Un tempo c'erano alcune giostrine ma furono messe fuori uso in breve tempo e nessuno si è mai interessato a ripristinarle». Verrebbe da dire figli di un Dio minore se non fosse una storia condivisa da molte frazioni e quartieri della città.
«Passeggio spesso per le stradine di Vaccheria con il mio cane aggiunge Pierpaolo Wurzburger e ogni volta sono profondamente colpito dalla tanta sporcizia che c'è a partire dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie fino al Casino vecchio, dove termina la strada. È un cammino tra rifiuti, spazzatura di ogni genere.
Ma poi c'è l'annoso, atavico, problema delle strade dissestate, piene di buche. «La mancanza di manutenzione sottolinea Mattia Atzori fa della viabilità in questa frazione una cosa tragica. La ztl fu richiesta a gran voce per cercare di tutelare almeno quello che non è stato ancora distrutto. Inutili le chiamate alle forze dell'ordine. I vandali arrivano soprattutto dopo la mezzanotte e noi siamo prigionieri nelle nostre case». Piazza Madonne delle Grazie e via del Casino vecchio ma anche la strada che conduce a San Leucio e poi le stradine secondarie. «C'è un pino in cui passa dentro l'energia elettrica dice Vincenzo Fiorentino , se dovesse cadere ci bruciamo tutti. Ho segnalato più e più volte ma senza risposte. In via dei cotonieri ne vediamo di tutti i colori. Usano la strada come bagno pubblico, per appartarsi, per fumare cose diverse dalle sigarette. Ci vorrebbe una pagina intera di denuncia e forse non basterebbe».
E poi il degrado dei muretti. «Ogni anno dice Stefania Ferro , specialmente d'estate, vengono martorizzati da incivili che si divertono a ridurli in pezzi, portando via i mattoni e rendendo le sedute impossibili da utilizzare. E poi sono maleducati. Ogni assembramento che si crea corrisponde al deposito di rifiuti di ogni tipo: cibo, bottiglie vuote, contenitori di pizze. Da una parte la storia e i suoi abitanti dall'altra il degrado e l'inciviltà».