Reinserimento sociale, formazione e lavoro. Sono i tre pilastri dell’accordo quadro siglato ieri mattina dalla Comunità di Sant’Egidio e da Formedil Caserta, ente senza fini di lucro e scuola di formazione professionale della Cassa Edile. A settembre partirà già il primo progetto destinato a persone italiane e straniere in stato di vulnerabilità come opportunità di inserimento lavorativo nel settore edile che da anni lamenta una carenza di manodopera. L’accordo ha una durata di 36 mesi e include percorsi di approfondimento di conoscenze e competenze propedeutiche all’ingresso nel settore delle costruzioni, ma anche sviluppo di competenze pratiche e relazionali utili all’inserimento lavorativo di persone in condizioni di vulnerabilità nelle aziende edili.
Sarà la Comunità di Sant’Egidio a individuare le persone che, dopo il consueto percorso di alfabetizzazione, prenderanno parte al progetto: orientamento e accoglienza, supporto per la formazione e il lavoro, colloqui di valutazione rivolti ai soggetti interessati e quindi una formazione di 40 ore in due settimane per ricevere un set minimo, ma indispensabile, di strumenti per lavorare nei cantieri edili. Da lì inizieranno le fasi di tutoraggio aziendale e training on the job, per poi arrivare all’evento finale per la valutazione di esperienze e risultati. Alla firma dell’accordo c’erano Antonio Pagliuca (presidente) e Daniela Coronato (consigliera) di Formedil Caserta, il legale rappresentante e segretario generale della Comunità di Sant’Egidio Acap Campania Aps, Marco Rossi, con, sempre per la Comunità, Giuseppe Messina.
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«C’è bisogno di lavoro e di lavoratori», ha sottolineato Rossi. «Inoltre mi sembra che il settore dell’edilizia abbia un fabbisogno di manodopera notevolissimo. Ma c’è bisogno soprattutto di un lavoro sicuro e di integrazione. L’inverno demografico è una realtà oggettiva e tra 40 anni l’Italia sarà un paese di persone molto anziane. Abbiamo un grande bisogno di immigrati, da qualificare, ma incrociamo anche tante persone già in possesso di un background di lavoro qualificato». Rossi ha chiarito pure che «la Comunità non è un’agenzia di lavoro ma, diceva Papa Paolo VI, siamo esperti di umanità. Incontriamo le persone, ne conosciamo le storie e possiamo favorire il superamento delle difficoltà, anche di quelle relazionali che molte volte sono all’origine della difficoltà dell’inserimento lavorativo. In virtù di tutto questo, crediamo che questo accordo rappresenti una strategia vincente. Ci crediamo molto e siamo grati a chi ci dà questa possibilità».
A entrare più nel dettaglio è stato Messina. «Svolgiamo una serie di attività nell’ambito del lavoro. Abbiamo amicizia con centinaia di ragazzi che frequentano le nostre scuole di italiano e un bacino di amici che frequenta le nostre Case dell’Amicizia. Non parliamo solo di immigrati ma anche di italiani, e l’aiuto più grande che si può dare a tutti loro è quello del lavoro. Fino ad ora ci siamo mossi in maniera estemporanea, ma adesso abbiamo scelto di farlo in modo sistemico per creare un progetto, fare rete. Così abbiamo somministrato una serie di questionari che ci hanno restituito un’idea più chiara dei profili lavorativi, o potenzialmente lavorativi, che possiamo offrire al mercato. Quando proponiamo una persona, sappiamo chi è, conosciamo il suo vissuto e le sue possibilità. Questo è un valore aggiunto che si affianca alla creazione di una struttura con dei tutor che hanno il compito di accompagnare queste persone prima, durante e dopo il percorso, magari fino a un contratto di lavoro. Per farlo dobbiamo interloquire con i soggetti interessati e con Formedil Caserta possiamo parlare di edilizia per aiutare i nostri amici a trovare un lavoro dignitoso, legittimo, con una prospettiva».
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Questo primo percorso si inserisce nell’accordo quadro tra le due realtà ma ha pure un altro obiettivo, o quantomeno una speranza: farne un progetto pilota, suscettibile di essere esportato e replicato nelle altre provincie della regione. «Il settore delle costruzioni sta vivendo una fase di rilancio straordinaria», ha aggiunto Coronato. «Questo progetto ci permette di coniugare le esigenze del mercato con un'azione di responsabilità sociale, creando valore per tutti: imprese, lavoratori e comunità».