A Caserta se ne parla da mesi (anche dalle pagine di questo giornale) ma della Dmo (Destination management organization), non c’è ancora alcuna traccia. Si stanno invece muovendo efficacemente altri territori, come il litorale domizio, che ha appena costituito il comitato promotore di queste innovative organizzazioni nate per valorizzare il potenziale turistico dei vari territori. «Abbiamo già avviato l’iter per la Dmo del litorale domizio e siamo pronti ad un intervento anche per la Dmo di Caserta, in quanto rappresentiamo al nostro interno le strutture ricettive con Federalberghi e Federalberghi extra, i pubblici esercizi con la Fipe e tutte le imprese del commercio e del terziario interessate dalle attività di promozione turistica», spiega Maria Russo, coordinatrice Confcommercio Caserta. Che aggiunge: «Fermo restando il coinvolgimento delle altre associazioni e degli stakeholder, locali è necessario coinvolgere il Comune capoluogo. In un primo incontro con il commissario prefettizio abbiamo già introdotto l’argomento e poi inviato una nota scritta per un ulteriore incontro di approfondimento. La stessa organizzazione dovrebbe poi aprirsi, attraverso il patto di destinazione, ai Comuni della provincia, o quanto meno ai Comuni riconosciuti come turistici».
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Anche l’Università Vanvitelli e, in particolare il dipartimento di Scienze politiche con il corso di laurea in Scienze turistiche, ha le competenze e le professionalità per essere fra i protagonisti di questa importante istituzione. «Siamo già tra i partner dell’assessorato e della stessa Regione per la costituzione delle Dmo, uno strumento in cui crediamo moltissimo per il rilancio del turismo. Perciò – dice il direttore del dipartimento, Francesco Eriberto d’Ippolito – siamo disponibili a dare tutto il supporto necessario alle amministrazioni pubbliche perché si possano istituire le “destinazioni” che hanno un enorme valore aggiunto anche dal punto di vista economico». Questi strumenti di governance partecipata, voluti dalla Regione Campania «sono, infatti – come sottolinea Barbara Masiello, professoressa associata di Marketing dello stesso ateneo – un elemento strategico per lo sviluppo competitivo del territorio anche dal punto di vista turistico. Anzi, le Dmo dovrebbero diventare veri e propri hub che, coordinando attori pubblici e privati, possano costruire un’identità territoriale credibile, valorizzando tutte le risorse locali e, con azioni coerenti e coordinate, riuscire a trasformare e rendere utile il potenziale turistico di aree che abbiano una propria uniformità dal punto vista territoriale».
E quelli che dovrebbero essere i primi attori di tali innovative istituzioni sono pronti a mettersi in gioco. Anche a Caserta. «Ci siamo riuniti la scorsa settimana con alcuni stackeholder perché abbiamo intenzione di puntare sulle Dmo perciò – dice il neo presidente di Confindustria, Luigi Della Gatta – abbiamo chiesto un incontro con i commissari straordinari del Comune che non può non essere capofila di una Dmo. Siamo, per fortuna, ancora in tempo per il riconoscimento richiesto, visto che le istanze dovranno essere presentate in Regione fra l’inizio di ottobre e il 31 gennaio 2026. Ci teniamo molto perché la mancata costituzione delle Dmo potrebbe compromettere la nostra partecipazione e la possibilità di captare i finanziamenti stanziati ad hoc. Peraltro – dice ancora Della Gatta – stiamo cercando di intercettare anche interlocutori privati in ambito nazionale e internazionale da poter coinvolgere nelle Dmo».
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Una strategia condivisa da Federalberghi. «In occasione dell’incontro svoltosi alla Reggia, è stata presentata la richiesta, sia alla direzione della Reggia che all’amministrazione comunale, di essere parte attiva nel nascente progetto Dmo», dice Sebastiano Simone, presidente della sezione provinciale Federalberghi. Che sottolinea: «Caserta possiede tutte le caratteristiche per dare vita a questa nuova realtà: si tratta di un’opportunità straordinaria che il territorio non può permettersi di perdere. È fondamentale – e non solo a parole – che vi sia una reale sinergia tra tutte le realtà che rappresentano il territorio. Operare sotto un unico brand ci permetterebbe di essere più efficaci nel settore turistico, generando ricadute economiche positive e durature per l’intera area».
La Camera di commercio non nasconde il suo interesse. Anche se per ora sembra voler rimanere a guardare. «Aspettiamo i soggetti deputati a proporre le Dmo affinché avviino le attività per poterli affiancare e sostenere, così le imprese del nostro territorio», afferma infatti il presidente dell’ente camerale, Tommaso De Simone. Mentre, Francesco Marzano, rappresentante Fiavet, ricorda: «Stiamo provando da mesi a far passare il messaggio dell’importanza delle Dmo – dice – e un certo percorso sembrava avviato al tavolo del turismo prima delle note vicende che hanno colpito il Comune. Ora confidiamo nella sensibilità dei commissari perché questa possibilità non vada persa».