Caserta, traffico illecito di rifiuti:
otto arresti in una società

Caserta, traffico illecito di rifiuti: otto arresti in una società
Mercoledì 16 Settembre 2020, 09:33 - Ultimo agg. 14:13
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I carabinieri per la Tutela Ambientale hanno eseguito, nelle province di Napoli e Caserta, alcuni provvedimenti cautelari a carico di otto persone tra imprenditori e operai di una società di San Tammaro, in provincia di Caserta, che si occupa della gestione di rifiuti speciali. Attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, associazione per delinquere, illecita gestione di rifiuti sono i reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti degli indagati. Quaranta carabinieri del Reparto Speciale e dell'Arma partenopea e casertana sono impiegati nell'operazione.

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L'accusa a carico di una società, la Sider Recuperi srl, è la seguente: raccoglieva da aziende compiacenti quantità di rifiuti ferrosi di gran lunga superiore alla soglia autorizzata, senza che se ne conoscesse la provenienza, «ripulendo» poi il materiale con documentazione contraffatta; il tutto con passaggi di danaro non tracciati. I carabinieri del Noe di Caserta hanno arrestato e posto ai domiciliari su ordine del Gip di Napoli il titolare dell'azienda, mentre per altre sette persone è stato disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria; i militari hanno anche sequestrato l'impianto di trattamento dei rifiuti e due autocarri.

 

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L'indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha svelato un traffico illecito che alla Sider Rercuperi ha permesso di guadagnare in poco tempo somme importanti, oltre 175mila euro. Il sistema, è emerso, «conveniva» a tutti: le aziende che conferivano nell'impianto della Sider risparmiavano sui costi di smaltimento, visto che conferivano quantità superiori rispetto a quelle dichiarate, pagando costi ovviamente inferiori rispetto a quelli ufficiali; nell'impianto venivano dunque conferiti rifiuti non tracciati, che potevano provenire da qualsiasi tipo di lavorazione. Dal canto suo la Sider ripuliva il rifiuto con documentazione falsa, emettendo fatture con dati non veri o formulari con i quantitativi incamerati e smaltiti di molto inferiori a quelli effettivi. I carabinieri, attraverso pedinamenti, hanno scoperto l'ampiezza del traffico, con numerose ditte, anche non autorizzate al trasporto di rifiuti ferrosi, che conferivano in nero alla Sider Recuperi; quest'ultima non svolgeva alcun controllo sulla regolarità del conferimento. Una volta ripulito, il rifiuto andava in qualche altro impianto, a qualche fabbrica o veniva rivenduto a privati acquirenti. 

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