Si chiamava Antonio Liguori. Aveva sessantasei anni, era partito ieri mattina con la moglie dal quartiere di Scampia a Napoli per trascorrere una giornata serena a mare sulla costa. Ma il relax si è trasformato in tragedia, perché il pensionato è tornato a casa cadavere, morto annegato in uno specchio di mare non servito da alcun servizio, meno quello di sorveglianza e salvataggio. L'annegamento poco dopo l'ora di pranzo.
Il mare era molto agitato. Sui lidi della zona sventolava decisa la bandiera rossa che impedisce ai bagnanti il tuffo a mare; e per i più ricalcitranti, per chi ci prova anche se c'è il divieto a immergersi, immediate partono le ammonizioni dei bagnini. Ma il sessantaseienne aveva scelto una spiaggia libera, quella dove sempre più spesso si verificano annegamenti, in località di Fontana Bleu, al confine con Ischitella.
Appena dieci giorni fa, dalla stessa spiaggia un sessantaduenne di Cardito aveva perso la vita in modo pressappoco identico al pensionato di Scampia. Anche quel giorno c'era un mare molto agitato e non sarebbe stato opportuno immergersi. Anche in quell'occasione, gli altri bagnanti avevano provato a salvare l'uomo. Anche in quel caso, sulla spiaggia non c'era il servizio di salvataggio. Il municipio di Castel Volturno soffre da sempre di grossi problemi finanziari e non riesce a garantire numerosi servizi, fra cui appunto quello di salvataggio sulle sue numerose spiagge libere. Ma sempre più spesso la spiaggia di Fontana Bleu è palcoscenico di tragedie. Eppure, un modello virtuoso di salvataggio a mare non è distante da queste coste. Cellole ha il servizio collettivo di salvataggio a mare, con una torretta e bagnini ogni 110 metri. A Castel Volturno, invece, sulle spiagge libere c'è piena libertà anche di morire.