Caserta, sequestrato il cantiere
della clinica di Pineta Grande

Caserta, sequestrato il cantiere della clinica di Pineta Grande
di ​Marilù Musto
Mercoledì 18 Settembre 2019, 10:50 - Ultimo agg. 18:52
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Sequestrato il cantiere per l'ampliamento della clinica Pineta Grande di Castel Volturno. Irregolarità sono state riscontrate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che questa mattina all'alba ha inviato venti carabinieri per eseguire un sopralluogo e disporre il sequestro dell'area che è ancora in fase di costruzione. Sul posto si è recato anche il titolare della clinica, Vincenzo Schiavone, noto per aver denunciato il clan dei Casalesi negli anni scorsi. Da anni Schiavone vive sotto scorta.


I reati

Per la procura di Santa Maria Capua Vetere e i carabinieri del nucleo investigativo di Caserta, il rilascio della concessione per l'ampliamento della struttura da parte dell'ufficio tecnico comunale di Castel Volturno ha messo in evidenza irregolarità in relazione al rilascio dell'autorizzazione edilizia e urbanistica. Il Consiglio Comunale di Castel Volturno aveva autorizzato l'ampliamento volumentrico della struttura e quindi il passaggio da 150 posti letto a 574 posti, sebbene mancasse la verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario regionale e con le esigenze di localizzazione territoriale. Dopo l'accordo di programma 2003, la clinica è stata autorizzata a un primo ampliamento, solo in parte attuato negli anni 2006 e 2008.

Il ruolo della politica

Si sarebbe messo a disposizione degli interessi della clinica Pineta Grande di Castel Volturno, arrivando a fornire ai responsabili della struttura, «in maniera indebita e clandestina», atti che riguardavano le iniziative prese da un'altra casa di cura «concorrente». È l'accusa contestata all'ex sindaco di Castel Volturno, Dimitri Russo, indagato nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che questa mattina ha portato al sequestro, da parte dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, del cantiere di ampliamento della clinica Pineta Grande. La «messa a disposizione» di Russo, sarebbe stata finalizzata, spiega la nota firmata dal Procuratore Troncone, ad «assicurarsi un dignitoso e rispettoso futuro personale al termine dell'incarico politico di sindaco».


La soprintendenza


Sarebbero frutto di «dinamiche collusive» - tra lo staff tecnico della clinica «Pineta Grande» e un funzionario della Soprintendenza - le illegittimità relative agli aspetti paesaggistici emerse dall'indagine della
Procura di Santa Maria Capua Vetere. Secondo quanto emerso dalle indagini, infatti, le relazioni paesaggistiche sarebbero «risultate incomplete e inidonee» a consentire di valutare e apprezzare l'incidenza dell'opera dagli inquirenti definita una «struttura mastodontica», sul contesto tutelato.


La risposta di Schiavone


«Questa mattina, poco dopo l’alba, ci è stato notificato un provvedimento di sequestro per i lavori di ampliamento del Pineta Grande Hospital. Le ipotesi di reato riguardano violazioni urbanistiche riguardanti le autorizzazioni tutte, peraltro, comunicate prima dell’inizio dei lavori, alle autorità». Così Vincenzo Schiavone, a capo della clinica Pineta Grande di Castel Volturno. «Sono sereno e fiducioso nell’opera della magistratura con la quale ho sempre collaborato in passato e continuerò a farlo nel presente. Forniremo tutti i chiarimenti necessari per dimostrare l’infondatezza dell’ipotesi accusatoria. Resta il profondo rammarico per il blocco di un’opera di pubblica utilità, un Presidio Ospedaliero quale il Pineta Grande Hospital, da sempre al servizio dei cittadini della Campania, di quelli provenienti da fuori regione e di migliaia di extracomunitari. Il sequestro danneggia finanziariamente noi, le maestranze, i 1200 dipendenti del gruppo di cui fa parte la struttura, ma rischia di penalizzare ancora di più un territorio privo di servizi, anche quelli essenziali». 

Le precisazioni dello staff della clinica


«L’ampliamento e il conseguente aumento dei posti letto - si legge nel comunicato della clinica Pineta Grande - non è stato un favore, tantomeno illecito, fatto nei confronti della nostra struttura. In realtà l’aumento dei posti letto è la risultanza della chiusura di altre 3 strutture del gruppo con il trasferimento della capienza già riconosciuta dalla Regione proprio nella struttura in costruzione. Per semplificare: in origine le cliniche facente parte del Gruppo avevano una dotazione di 333 posti letto accreditati e tali sono rimasti, così ripartiti: 314 a Pineta Grande, 10 e 9 per due altre case di cura riconducibili allo stesso gruppo (una a Napoli ed una ad Avellino) per un totale di 333 posti letto. Ovviamente ciò comporta la chiusura di altre 3 Case di Cura (Padre Pio, Villa Bianca e Villa Esther). Nemmeno 1, dunque, nemmeno un solo posto letto è stato elargito illecitamente a nostro favore. •È altresì il caso di ricordare che la competenza in materia sanitaria è esclusivamente regionale, spettando all’amministrazione comunale il rilascio finale della concessione sulla base dell’istruttoria precedentemente effettuata. Iter che è stato fedelmente e legittimamente seguito con doverosi e ufficiali contatti tra i nostri tecnici e quelli regionali.  Le assunzioni cui si fa riferimento e la presunta futura assegnazione della farmacia interna all’ex sindaco Dimitri Russo non trovano alcun riscontro causale con i provvedimenti emanati dalla stessa amministrazione comunale. Anzi nel periodo che va dal 2015 ad oggi sono stati assunti più di 50 nuovi lavoratori. Mentre per quanto riguarda la questione della farmacia bisogna ricordare che si tratta di un servizio farmaceutico ad uso interno della struttura ospedaliera e non aperta al pubblico, così come obbligatoriamente previsto per tutte le Case di Cura. • Infine ci pare giusto precisare che, al di là di ogni possibile errore, mai volontario, la struttura in oggetto è un Presidio Ospedaliero, non un centro commerciale o una struttura alberghiera. È un servizio fortemente richiesto e voluto dagli utenti di questo territorio, della Campania e anche del Sud, che affluiscono ogni giorno nei nostri reparti dove esistono professionalità mediche di livello nazionale e internazionale. Il timore è che gli effetti collaterali della pur legittima azione giudiziaria possano vanificare questa ulteriore occasione di sviluppo e rilancio del territorio, con danni d’immagini ed economici irreparabili».
 
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