Inchiesta su Pineta grande,
salta l'ipotesi corruzione

Inchiesta su Pineta grande, salta l'ipotesi corruzione
di Marilù Musto
Giovedì 20 Gennaio 2022, 07:45
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Scambio di tangenti, speculazione, «mattone selvaggio», giro di affari: un quadro pessimo, crollato in parte ieri mattina nell'aula di udienza del tribunale. Perché se la corruzione ci fu, riguardò solo la location per la promessa di matrimonio della giovane figlia di Carmine Noviello, funzionario dell'Ufficio tecnico del Comune di Castel Volturno. Per mettere in piedi una festa con 140 persone, la famiglia Noviello scelse il lido «I Delfini». Festa che papà Carmine pagò con 900 euro. Troppo poco, per la Procura di Santa Maria Capua Vetere che, adesso, ha rinviato a giudizio per corruzione sia il funzionario pubblico che Vincenzo Riccardo, titolare della società che gestiva «I Delfini», il quale un giorno sì e l'altro pure bussava alla porta di Noviello per chiedere il parere igienico-sanitario e paesaggistico per il suo lido, nonostante «le norme fossero in contrasto con le regole paesaggistiche», scrive la Procura. Per il resto, il gip ha prosciolto sette imputati rinviandone a giudizio 28 per abuso d'ufficio, falso e violazioni urbanistiche.

Crollate le accuse di corruzione per il manager Vincenzo Schiavone della clinica «Pineta Grande» di Castel Volturno e di altre cliniche. Rappresentato in tribunale dall'avvocato Giuseppe Stellato, l'imprenditore adesso respira: «L'intervento di ampliamento va avanti anche grazie all'atteggiamento costruttivo della Procura che concesse il dissequestro. Ora, mi sono stati restituiti l'onore, la dignità e la correttezza del mio operato di imprenditore della sanità e medico continua il dottor Schiavone- guardo avanti, continuando ad avere fiducia nella giustizia, per recuperare il tempo perduto che ha penalizzato il mio gruppo e il territorio domizio e Casertano che di strutture come la nostra hanno bisogno». Niente corruzione nemmeno per Arturo Romano, funzionario della Regione Campania che, stando alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, sarebbe intervenuto a favore dell'ampliamento del Pineta Grande. Difeso dagli avvocati Vittorio Giaquinto e Luca Tornatora, Romano dovrà vedersela in giudizio solo per l'abuso d'ufficio. Stesso reato per Antonella Guida, difesa dall'avvocato Carlo De Stavola. Anche lei prosciolta dalla corruzione (reato più grave), dovrà presentarsi ad aprile davanti ai giudici per l'abuso.

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E non andrà a processo per corruzione, ma solo per falso e il solito abuso d'ufficio l'ex sindaco di Castel Volturno, Dimitri Russo, che può tirare un sospiro di sollievo a metà: «Il mio avvocato è contento, ma io no», spiega. «Nell'udienza preliminare ho portato delle prove sul fatto che non c'è nulla di falso in ciò che dico - racconta - il procedimento di ampliamento della clinica era nato nelle mani dei commissari, io ho solo preso l'ultimo atto. E poi, avrei aperto una farmacia pubblica in una clinica, ma dove si è visto mai? Una farmacia gestita da me, faccio mica il farmacista io? Questa accusa offende la mia intelligenza. Ripeto, mi fa male portare avanti questa storia, il processo, i testimoni. Avrei voluto finirla qui». Prosciolto da tutte le accuse Americo Porfidia, imprenditore concorrente difeso da Giaquinto e Trasacco. E così, oltre a Schiavone e agli altri, l'accusa di corruzione (e reati satelliti) non sussiste per Rachele Buffardi, Salvatore Buonomo, Luigi Cassandra, Augusto Chiosi, Sergio Crispino, Pasquale De Feo, Annamaria Ferriello, Michele Lamberti, Antonio Postiglione (funzionario della regione Campania che andrà a giudizio per abuso d'ufficio), Domenico, Francesco e Maria Romano, Alfonso Savio, Pasquale e Giuseppe Schiavone e Franco Zumbolo. Per abuso d'ufficio, oltre agli altri, andrà a giudizio anche Sergio Crispino con Giuseppe Russo e Alfonso Savio. L'udienza è fissata per il 19 aprile.

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