Chef ucciso a colpi di pistola ora si indaga sulla pizzeria

La polizia studia i messaggi tra il killer 43enne e la vittima

Chef ucciso a colpi di pistola ora si indaga sulla pizzeria
di Antonio Borrelli
Martedì 14 Marzo 2023, 07:45
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Un affare di 100mila euro, altri 5mila per pagare i food blogger e la richiesta di riavere indietro 30mila euro già investiti. Dietro la morte dello chef Manuel Costa (nome d'arte), ucciso nella Capitale con due colpi di pistola dal 43enne originario di Sparanise, ma residente a Francolise, Fabio Giaccio, ci sarebbero motivi economici, in particolare la gestione di un locale romano: una pizzeria a pochissima distanza dall'«Osteria degli Artisti» di fronte alla quale lo chef è stato trovato morto dopo essere stato freddato a colpi di pistola.

Sarebbero proprio i messaggi audio inviati dallo chef a svelare i dissidi economici alla base del movente di Giaccio, che era inizialmente il fornitore di mozzarelle per le attività della vittima ed aveva proposto al ristoratore di entrare in società per la gestione del locale. «Noi ci eravamo messi d'accordo che a maggio mi avrebbe dato 100mila euro.

Ma questi 100mila euro non me li dà finché non lo metto in condizioni di aprirlo. Io gli ho detto non è che dipende da me, dipende da te», dice chef Costa a un amico.

In un altro messaggio si parla invece di 30mila euro che il quarantatreenne avrebbe già investito nella pizzeria aperta nel quartiere romano dell'Esquilino e che avrebbe voluto avere indietro. La trattativa sarebbe durata mesi ma senza portare ad alcuna soluzione.
Lo chef Costa così ricostruisce i fatti all'amico: «Ho dovuto pagare l'affitto gennaio, febbraio e marzo e sono tre mesi che tengo il locale chiuso. Io indietro non gli ho ridato più una lira logicamente. E neanche ti do niente. Io non ti ho mandato via. Il locale sta qua, tu te ne sei voluto andare via e io ho dovuto pagare i tre mesi di affitto. Mo rivuoi il locale perché non vuoi perdere quei 30mila euro che hai speso. Però mica li ha dati a me. Ci ha pagato gli affitti, li abbiamo pagati insieme».

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Un ultimo messaggio, anche questo al vaglio degli inquirenti della Squadra Mobile romana, cristallizza invece i momenti immediatamente precedenti l'omicidio. Emanuele Costanza, questo il nome della vittima, parlando di Giaccio a proposito delle sue capacità imprenditoriali, lo definisce antico: «Sei campagnolo. Sei della Campania e non le sai certe cose. Mo l'ha capito e si è messo vicino a me».
Si arriva così all'appuntamento dello scorso 10 marzo, vale a dire il tragico venerdì dell'omicidio. Gli inquirenti sospettano che sia stata una trappola messa in atto da Giaccio, che si è presentato all'incontro con una pistola nonostante non avesse il porto d'armi: i testimoni raccontano di una discussione animata ma non accesa avuta tra i due nell'auto della vittima, poi l'imprenditore casertano estrae l'arma e lo fredda con due colpi al torace e alla testa.
Si dà alla fuga ma dopo pochi minuti si costituisce, presentandosi alla polizia con i vestiti ancora sporchi di sangue.
 

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