«Verde, degrado e rifiuti» sos decoro a Vaccheria

I residenti stanchi di ripulire: "Dopo pochi giorni torna lo scempio"

La Vaccheria
La Vaccheria
di Lidia Luberto
Martedì 14 Marzo 2023, 07:43
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La «questione Vaccheria» è ancora in testa alle preoccupazioni dei suoi abitanti. Un problema atavico, riproposto periodicamente dai residenti e dallo stesso parroco che, però, rimane ancora irrisolto. Nonostante le promesse, le rassicurazioni, gli impegni. La prima cosa che salta agli occhi, in questo inizio di primavera, è l'erba cresciuta rigogliosa, alta ben oltre le panchine.

«Uno spettacolo indecoroso, un pugno nell'occhio per quanti arrivano nella piazza, e, poi, proprio davanti alla chiesa», dice Giovanni Marino, della Pro loco, da anni impegnato in prima persona nella cura della storica frazione. «Ormai ci siamo anche stancati di denunciare, tanto è tutto inutile. E non abbiamo neanche più voglia di metterci in gioco in prima persona. Con il mio gruppo di persone di buona volontà, per mesi, abbiamo ripulito il bosco e anche la strada che porta dalla Vaccheria al Casino vecchio. La strada è stata più volte ripulita da tutta la spazzatura. Ma, dopo pochi giorni, tutto torna com'era e ricompaiono sacchetti, rifiuti, immondizia di ogni genere: dai frigoriferi, ai materassi, ai pneumatici. Eppure suggerisce Marino basterebbe chiudere l'accesso con una sbarra per consentire solo l'ingresso pedonale e impedire che qualcuno vi vada a scaricare rifiuti».

Per non parlare del bosco che si estende dalla Vaccheria su per le pendici dei monti Tifatini, fino ad arrivare a Castel Morrone, a San Leucio, a Caiazzo. «Si tratta di un polmone verde straordinario: all'interno ci sono percorsi anche per il trekking: potrebbe essere una destinazione privilegiata per gli appassionati, gli sportivi, e per chi ama immergersi nella natura», sottolinea Marino.

Che aggiunge: «Ma anche qui, i nostri sforzi sono stati vani. Da qui lo scoramento e la disillusione. Anche perché se non verranno istallate, come ci promettono ormai da anni, le telecamere di video sorveglianza niente potrà cambiare. Gli incivili continueranno a scaricare spazzatura di ogni tipo».

Video

Il sistema di videosorveglianza, come l'istituzione della ztl, sono stati richiesti reiteratamente dai residenti anche in vista della bella stagione. Un periodo nero per i residenti della Vaccheria che viene presa d'assalto da centinaia di persone, ragazzi prevalentemente, che ogni sera bevono, bivaccano, mangiano sui marciapiedi dove lasciano i rifiuti, piatti, bottiglie, bicchieri, residui di cibo.

«Una vera tragedia, una piaga. Una situazione da movida selvaggia e per giunta "motorizzata". Centinaia di auto e moto invadono il sito nei weekend e spesso i miei parrocchiani non riescono neppure a rientrare nella loro case. La gente parcheggia davanti agli ingressi e ai portoni e ogni volta discussioni e liti» dice don Vincenzo Avella, il parroco della chiesa di Santa Maria delle Grazie alla Vaccheria, che era arrivato addirittura a scrivere una lettera, letta anche durante una celebrazione, all'amministrazione comunale per informarla del problema. «La mattina troviamo quintali di spazzatura. Farei un monumento d'oro ai poveri addetti che sono costretti a pulire. E c'è anche chi fa peggio: addirittura i bisogni per strada, Una cosa indegna. Perciò sarebbe indispensabile la video sorveglianza e l'istituzione della ztl, di cui parlano da anni. Ci avevano detto e assicurato che quest'anno tutto sarebbe stato fatto. Invece, con la primavera ormai arrivata, niente è accaduto. Ciò nonostante, spero ancora. Chissà che non ci si ravveda e si provveda, perché qui davvero in primavera ed in estate non c'è la minima vivibilità».

E c'è anche chi segnala il problema della cartellonistica selvaggia che danneggia, anche questa, l'immagine della contrada storica contrada. «Supporti metallici per avvisi o informazioni, frecce e indicazioni stradali sono ancora sistemati davanti ai pilastri della porta borbonica guastandone l'architettura», fa notare Michele Visca, abitante del luogo. «Non sono minuzie ma segni di scarsa attenzione per i beni culturali».
 

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