«Chi li capisce i ragazzi?»: politica, scuola e famiglia sotto accusa per la movida

All’incontro di domani sera nel teatro del Buon Pastore lo scrittore Nembrini

Luci sulla movida di Caserta
Luci sulla movida di Caserta
di Nadia Verdile
Martedì 8 Novembre 2022, 09:28 - Ultimo agg. 14:42
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Giovani, movida, violenza, disgregazione dei valori. Nella città che teme per i suoi figli, che trema nelle notti brave senza regole, la chiesa si fa promotrice di un dibattito che vuole essere provocatorio e generatore di riflessioni utili. Domani sera, nel teatro del Buon Pastore, alle 19, si parlerà di «Ma chi li capisce questi ragazzi? La famiglia nell’emergenza educativa». «Il nostro è il tentativo di affrontare in maniera sistematica – dicono gli organizzatori -, con l’aiuto di una grande scrittore e insegnante, Franco Nembrini, il dramma della movida violenta che a Caserta ha avuto il suo picco con l’uccisione, nell’agosto 2021, del diciottenne Gennaro Leone». Quello fu il punto di non ritorno ma il problema è rimasto irrisolto e grave.

«L’identità di molti ragazzi - spiega Gino Aldi, psicoterapeuta, da anni impegnato nell’ascolto degli adolescenti nelle scuole di Terra di Lavoro - ruota intorno a valori di affermazione egocentrica di sé. Sono giovani diseducati ad ogni frustrazione e che mal sopportano l’idea di non essere vincenti. È da tempo che mi occupo di violenza filio-parentale, ragazzi che picchiano i genitori, un fenomeno in vertiginoso aumento che testimonia quanto sia compromessa la capacità relazionale e affettiva di molti giovani. Se si arriva a identificare un genitore come nemico da annientare figuriamoci cosa si può fare con un coetaneo. Prevale l’idea onnipotente di vincere ad ogni costo. Anche a costo di colpire, ferire, far male. Diseducati all’empatia non vi è percezione del dolore che si causa. È probabile che non vi fosse percezione della gravità di ciò che si stava facendo. Sono giovani che agiscono e non pensano, o pensano quando è troppo tardi». 

La Diocesi di Caserta vuole provare a costruire un sentiero diverso per i giovani, per evitare che ci siano nuovi casi del genere e aiutare famiglie, educatori, insegnanti e gli stessi ragazzi a confrontarsi con tutte le altre difficoltà che la società contemporanea crea nel rapporto con le famiglie e tra di loro.

Da anni si invocano controlli e azioni repressive. Ma oltre alla cura sarebbe necessaria la prevenzione. «Il buon senso – continua Aldi - ci dice che i controlli sono destinati a fallire. D’altronde non sortirebbero altro effetto che di spostare le masse di giovani in nuovi luoghi di aggregazione dove avrebbero gli stessi comportamenti. Abbiamo bisogno di maestri e non di polizia per risolvere questi problemi. Maestri di vita non insegnanti burocrati. Persone che aiutano a costruire una identità, una personalità, un’idea di futuro». 

All’incontro di domani sera porteranno la loro testimonianza Alberto e Pina, i genitori di Gennaro Leone. «È la prima volta che parlano in pubblico sottolineano gli organizzatori -, in un momento del genere, nonostante il loro dolore, per confrontarsi con altri genitori e tanti educatori». L’incontro di domani sera è figlio del vescovo di Caserta, Pietro Lagnese, che lo scorso 28 agosto, ad un anno dall’assassinio, andò a pregare in via Vico, sul luogo del delitto. Una strada un tempo centrale, oggi sempre più agganciata alla periferia, quella geografica e quella dell’anima. «Caserta – conclude lo psicoterapeuta - è una città che dorme, che ama trastullarsi sul vuoto. Sono anni che le risse avvengono ogni settimana. Nulla per i giovani cui non è concesso altro spazio che i bar o le zone di spaccio. Nulla alla cultura. Nulla come prospettive di futuro. I giovani sono destinati a fuggire da questo luogo. Nel frattempo che ci si trastulla in questo sonno aumentano i casi di ritiro sociale, di violenza in famiglia, di violenza contro le donne e tra pari. Riunire il comitato per la sicurezza, cosa doverosa e corretta, è come chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. Se non si creano prospettive di futuro e non si intercettano i fenomeni di disagio non risolviamo i problemi». 

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Domani sera all’incontro sarà presente il vescovo Lagnese, che fin dal primo momento ha cercato di instillare anticorpi positivi tra i giovani casertani per resistere alla movida violenta. E da ultimo, quando ha affidato la parrocchia di San Sebastiano ai padri cappuccini, nelle scorse settimane, gli ha affidato la missione di andare tra i giovani che invadono proprio i vicoli della centralissima chiesa nel fine settimana. L’incontro sarà moderato dal giornalista Luigi Ferraiuolo ed è promosso dagli uffici della Pastorale familiare, giovanile, per la scuola, e catechistico della Diocesi di Caserta, insieme con la Consulta diocesana per l’apostolato dei laici.

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