Covid a Caserta, test a rilento:
crisi di nervi in attesa delle risposte

Covid a Caserta, test a rilento: crisi di nervi in attesa delle risposte
di Ornella Mincione
Giovedì 3 Settembre 2020, 08:40 - Ultimo agg. 16:35
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«Il tempo di consegna dell'esito di un tampone è di 24/36 ore circa. Ci sono dei giorni, però, in cui, visto il numero dei tamponi da processare, questo tempo può allungarsi». Questa la risposta da parte degli uffici dell'Asl di Caserta alle segnalazioni da parte dei cittadini che, una volta fatto il tampone rinofaringeo per conoscere la positività o meno al Coronavirus, attendono anche fino a quattro giorni.

«Il paziente che risulta positivo viene immediatamente chiamato dagli operatori. Il paziente che non viene immediatamente chiamato nell'arco delle 24/36 ore può rivolgersi al proprio medico di base che può accedere alla piattaforma su cui è registrato il paziente, l'analisi effettuata, il tampone, e l'esito corrispondente», spiegano ancora dall'amministrazione dell'azienda sanitaria. Sono tanti i tamponi che vengono analizzati dai laboratori dell'Asl casertana quotidianamente: «In alcune giornate siamo arrivati a processarne fino a 800». Ragion per cui l'arco di tempo utile alla processazione può variare, sebbene in media siano analizzati 100 tamponi al giorno da ciascun laboratorio individuato a livello regionale per l'esame della presenza del virus da Coronavirus.

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Detto ciò, «i laboratori rispettano le urgenze e le precedenze date agli esami svolti nei presidi ospedalieri, visto che i pazienti, in particolar modo quelli critici e quelli preparati per le sale operatorie, devono necessariamente sottoporsi al tampone - dicono dagli uffici centrali dell'Asl casertana - Naturalmente i pazienti ospedalieri non possono attendere per molto tempo, altrimenti si fermerebbe l'attività nosocomiale, e quindi hanno la precedenza». Detto ciò, il cittadino non può chiedere in qualsiasi momento l'esame rinofringeo alle strutture pubbliche sanitarie. «Se ha dubbi circa la propria salute o ha avuto un contatto diretto con persone probabilmente positive o si è trovato in zone rosse, può chiamare la Prevenzione collettiva (il numero è sul sito dell'Asl di Caserta) o il 118 e spiegare le proprie perplessità». Secondo prassi viene sottoposto al cittadino un pretriage per vedere se ci sono le condizioni per uno screening al Coronavirus. Oppure «può rivolgersi al medico curante che a sua volta fa richiesta, motivandola con i sintomi clinici che presenta il paziente richiedente», continuano dall'amministrazione dell'Asl di Caserta. Per chi rientra dall'estero, poi, «c'è una procedura dedicata che si chiama iotornoacasa: qui il cittadino può telefonare o mandare una mail con i dati inseriti in uno specifico modulo. Saranno poi gli operatori a indicare la necessità di un test sierologico o il tampone. Fare il tampone appena scesi dall'aereo o appena arrivati a casa non è indicativo. Anzi, potrebbe essere controproducente. Il Coronavirus ha un periodo di incubazione e potrebbe comparire a giorni di distanza. Un periodo opportuno da attendere per sottoporsi all'analisi potrebbe essere sette, otto giorni dal rientro». È importante, spiegano gli addetti ai lavori: «I cittadini rischiano di avere un risultato non attendibile e, convinti di non essere infetti, di andare in giro non sapendo di avere il virus.

Ecco perché è fondamentale comunicare il rientro e restare in isolamento per almeno 14 giorni, in attesa che, in caso il cittadino l'abbia fatto, venga riferito l'esito del test».

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