Covid a Caserta, il reparto è pronto
ma le autorizzazioni non ci sono

Covid a Caserta, il reparto è pronto ma le autorizzazioni non ci sono
di Ornella Mincione
Giovedì 17 Settembre 2020, 08:39 - Ultimo agg. 09:31
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Ad oggi, di fatto, l'azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta non gestisce il modulo di terapia Intensiva Covid, fortemente voluto dalla Regione, terminato a maggio scorso. Il motivo della mancata «consegna delle chiavi» è nel fatto che non è stato ultimato l'iter burocratico. O meglio, fanno sapere dagli uffici dell'ospedale provinciale che è stato il nuovo direttore genarle Gaetano Gubitosa, insediatosi ad agosto, a sollecitare perchè l'iter potesse essere ultimato nel più breve tempo possibile.

Intanto continua la conta dei nuovi positivi che, stando al report ufficiale dell'Asl di Caserta, sono 34 in più del giorno precedente. Ora i contagiati dall'inizio dell'emergenza sono 1356, di cui 551 attuali. Aumentano anche i guariti, però: altri 25 secondo il report, che portano il totale delle guarigioni a quota 757.

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Per il modulo di terapia intensiva che non può essere utilizzato dal San Sebastiano, i fatti stanno così: una volta costruito e allestito il modulo che prevede 24 posti letto per la terapia intensiva, non è stata mai richiesta o comunque eseguita la verifica di consistenza, vale a dire quell'accertamento opportuno da parte del direttore dell'esecuzione del contratto (ovvero del progetto) di quanto eseguito da parte della ditta aggiudicataria dei lavori. Ciò è avvenuto soltanto un paio di settimane fa, per la precisione il 3 settembre, così come è avvenuto anche il collaudo delle apparecchiature. Essendo un modulo di terapia intensiva, sono stati collaudati principalmente i ventilatori polmonari di cui quattro continuano a essere oggetto di revisione. In ultima istanza, lo step finale è che dovrebbe arrivare dal committente dei lavori, cioè la Regione Campania nelle vesti della So.Re.Sa. (la società regionale per la Sanità in Campania) che dovrà riconoscere alla ditta il completamento dei lavori.

Questo è il quadro tecnico che motiva il fatto per cui l'ospedale di Caserta ancora non ha assunto di fatto il ruolo di affidatario della struttura. Altro discorso poi, c'è da fare sull'utilizzo. Secondo la normativa regionale legata all'emergenza e alla disponibilità delle strutture, il San Sebastiano non è chiamato a intervenire, come già disse il direttore generale Gubitosa qualche giorno fa, in caso di necessità di posti letto della degenza ordinaria. L'azienda è chiamata in causa nel momento in cui il 75% dei posti letto di terapia Intensiva del presidio Covid di Maddaloni fosse occupato.
 

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In questo caso, in regime di urgenza, sarebbe necessaria la disponibilità del modulo. Questa di urgenza nei regolamenti siglati dall'ente regionale, viene definita nelle fasi B e C: attualmente, a quanto spiegano dagli uffici del nosocomio provinciale, siamo nella fase A, dunque ancora non sono necessari quei 24 posti letto di terapia intensiva raccolti nel modulo. Ciò non significa che l'iter perchè l'ospedale possa gestire il modulo non debba andare avanti: ecco perchè ad agosto il direttore Gubitosa sollecitò il dec (direttore dell'esecuzione del contratto) perchè tutto fosse completato nel più breve tempo possibile.

Il modulo di terapia intensiva, stando a quanto spiegò il governatore Vincenzo De Luca quando venne a Caserta a visionare l'inizio dei lavori di realizzazione, dovrebbe essere inserito nel progetto previsto nell'Accordo di Programma del 23 agosto 2019 e per cui sono stati stanziati trenta milioni. In realtà, otto di questi milioni verranno utilizzati per ristrutturare l'edificio più antico dell'ospedale, vale a dire quello delle malattie infettive. Gli altri 22 milioni stanziati dalla Regione dovrebbero servire a realizzare un edificio di tre piani da 6mila metri quadri e ad utilizzare tutta la fascia di terreno che si estende dall'ospedale (parte retrostante del parcheggio) fino a via Giuseppe De Falco.
L'edificio dovrebbe essere strutturato in tre piani: uno sotto terra dedicato alla Radioterapia e alla Medicina Nucleare. 

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