Covid Hospital di Maddaloni in ginocchio:
«Pochi operatori sanitari, è un inferno»

Covid Hospital di Maddaloni in ginocchio: «Pochi operatori sanitari, è un inferno»
di Gabriella Cuoco
Domenica 13 Febbraio 2022, 09:03 - Ultimo agg. 14 Febbraio, 07:26
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«Facciamo salti mortali per compilare gli orari, per definire piano ferie e per garantire i turni di riposo. Al Covid hospital di Maddaloni la situazione si fa sempre più critica: la carenza di Oss si è cronicizzata, nonostante al momento, la richiesta di ricoveri per fortuna sta diminuendo con il passare dei giorni». A far scattare l'allarme, sono gli stessi sanitari della struttura medici e infermieri professionali - che, da qualche settimana a questa parte, devono fare i conti con la mancanza, soprattutto in alcuni reparti fondamentali della macchina ospedaliera, come quello di Pneumologia, Chirurgia 4 o Terapia intensiva, degli operatori socio-sanitari che sono decimati per scelta dell'Azienda sanitaria locale di Caserta, che non ha nascosto di voler rimodulare i contratti delle cooperative private che, da anni, garantiscono il servizio nella struttura di via Libertà ma anche in altri punti covid della provincia di Caserta.

I camici bianchi del Covid hospital molto spesso sono costretti a fare il lavoro che toccherebbe agli operatori socio-sanitari, pur di evitare disagi ai ricoverati.

Ultimamente c'è anche qualche medico che oltre ad effettuare visite, trasporta barelle e sistema gli ammalati. Secondo quanto è trapelato nelle ultime ore dai piani alti del palazzo della salute di Caserta, la dirigenza ha intenzione di ridurre le ore di lavoro degli Oss e, potrebbe quindi tagliare il 50% di coloro che sono in servizio da tempo. La scelta è dettata dalla volontà di voler ammortizzare i costi, per avviare strategie di ripresa post pandemia.

Su sessanta Oss in servizio presso il covid hospital di Maddaloni, ben distribuiti nei diversi reparti, solo trenta sono in lizza per conquistare un contratto a tempo determinato per una durata massimo di tre mesi, ma rinnovabili. Il resto, finirebbe in cassa integrazione, e sarebbe poi ripescato ad alternanza. Sulla vicenda, sono gli stessi operatori socio-sanitari a volerci vedere chiaro e hanno già chiesto l'intervento dei sindacati che, nelle prossime ore, saranno ricevuti dal direttore generale Ferdinando Russo, che si è già detto disponibile ad aprire un tavolo di concertazione, che ci si auspica non finisca in prefettura e non registri tempi lunghi per una risoluzione definitiva.

«Abbiamo lavorato durante la pandemia - dicono alcuni Oss della struttura di via Libertà - senza sosta e con turni poco ragionevoli. Nessuno ha il potere di mandarci via e di chiuderci la porta in faccia. Abbiamo messo da parte anche le nostre famiglie e ci siamo sacrificati sotto ogni punto di vista, pur di garantire il servizio in un momento così particolare, come quello dell'emergenza sanitaria».

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Intanto, nei reparti del Covid hospital la carenza c'è ed è abbastanza pesante da gestire, specialmente per chi deve fare i conti con gli incastri di orari. Qualche giorno fa, addirittura, il turno Oss è rimasto scoperto per 24 ore in più reparti. L'unica fortuna, in parte, è stata quella che quelli in servizio presso la Terapia intensiva, rimasta chiusa per 48 ore a causa di un batterio ambientale che ha determinato lo stop ai ricoveri, sono stati dislocati in altri reparti.

A temere il rinnovo del contratto, però, c'è anche il personale amministrativo in servizio presso la caserma Garibaldi di Caserta e quello degli altri punti Covid dislocati su tutto il territorio provinciale. Ma, i disagi per carenza di personale nelle ultime ore non mancano nemmeno allo Psaut dell'ospedale Ave Gratia Plena di San Felice a Cancello. Due giorni fa, la struttura è rimasta chiusa nell'orario di punta, dalle 8 alle 14, per assenza del medico. Su questa vicenda è stato interessato anche il sindaco Giovanni Ferrara, che ha già chiesto delucidazioni al direttore Russo, in quanto numerose sono state le lamentele di cittadini che hanno trovato la struttura chiusa. 

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