Maddaloni, cumuli di rifiuti nessuno
li rimuove: «Compete ai privati»

Maddaloni, cumuli di rifiuti nessuno li rimuove: «Compete ai privati»
di Giuseppe Miretto
Venerdì 29 Novembre 2019, 08:38
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Contesa sulla megadiscarica a cielo aperto. Di chi sono i rifiuti abbandonati sulle strade? Per dirimere la controversia è stata coinvolta addirittura l'avvocatura dello Stato. Presentati pure ricorsi al Tar. Lunga la cinta muraria perimetrale della Caserma Magroni, e a pochi metri dall'ex statale 265, è nato un conflitto sulle competenze, l'attribuzione dei confini di proprietà.

Il Comune, i privati e l'Esercito si rimpallano le responsabilità su chi debba rimuovere i cumuli dello sversatoio abusivo più frequentato sul territorio lungo la strada vicinale via Carrarone, II tratto. Intanto, è impressionante la quantità di materiale stoccato: prodotti semilavorati, plastica, contenitori di solventi vuoti, scarti di lavorazioni edilizie, materiali di risulta, elettrodomestici dismessi, mobilio, materassi. Un'emergenza ambientale grave, più volte segnalata anche dai carabinieri e dalla pattuglie dell'Esercito, si è trasformata in un contenzioso. Per il Comune di Maddaloni non c'è dubbio alcuno: via Carrarone (strada vicinale privata) è a metà della Caserma Magroni e dei proprietari frontalieri. Quindi, l'articolo 256 del decreto legislativo parla chiaro: tocca ai proprietari la custodia, la pulizia e la rimozione.

E qui scatta la contesa sulla discarica che nessuno vuole pulire. Sui provvedimenti del Comune, la scuola di commissariato dell'Esercito, che gestisce la caserma Magroni, ha sollevato eccezioni: la proprietà del Ministero della Difesa finisce con le mura perimetrali; la strada è di collegamento tra due arterie viarie quindi non a uso esclusivo provato; la competenza è del Comune. Chiesta un'azione di consulenza giuridica sull'interpretazione dei perimetri catastali e delle pertinenze. Alcuni privati frontisti hanno tentato un ricorso al Tar senza successo.

L'ente locale è in una botte di ferro: le strade vicinali vanno vigilate e bonificate dai proprietari. Un orientamento condiviso anche del coordinamento interforze «Terra dei Fuochi» e del commissario Gerlando Iorio lungo le strade vicinali tra Maddaloni e Acerra. I ricorsi e le eccezioni in punta di diritto non portano a nessun risultato. Secondo la Polizia Municipale e il comandante Domenico Renga ci sono solo due vie d'uscita: «Colpire gli svuota cantine e i corrieri clandestini dei rifiuti». La seconda soluzione, molto drastica, è la chiusura di tutte le strade vicinali con «interdizione degli accessi non autorizzati nonché a tutti i fondi agricoli frontalieri con le arterie comunali e provinciali». Installare cancelli o sbarre semoventi per regolare, controllare o limitare l'ingresso alle strade vicinali (solo ai residenti, proprietari e operatori agricoli). Un provvedimento che vale per i sentieri esistenti su tutto il vasto territorio confinante con Acerra. Al fine di «ostacolare le organizzazioni dedite allo stoccaggio clandestino dei rifiuti speciali» andrebbe applicata la medesima restrizione anche in via Carrarone II tratto. Sono stati individuati otto siti sensibili: oltre le pertinenze dell'A30 (già chiuso anche il cavalcavia su via Carrarone III tratto e transennato quello lungo l'ex statale 265), si vuole intervenire su via Calabricito (che collega con Acerra e l'area metropolitana di Napoli) e poi in via Ficucella, lungo la provinciale 335, l'area perimetrale dell'Interporto (località Sagliano e Olmo Cupo).
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