Danno da quasi 3 milioni Stangata all'ex editore

Le parti condannatate a risarcire allo Stato quasi tre milioni

Danno da quasi 3 milioni Stangata all'ex editore
di Biagio Salvati
Mercoledì 11 Ottobre 2023, 07:46
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Ammonta a oltre 2 milioni e 880 mila euro la somma che due ex amministratori della coop Dossier tra cui Pasquale Piccirillo, ex editore di Tv Luna, emittente estranea alla vicenda giudiziaria dovranno restituire alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - dipartimento per l'informazione e l'editoria - a titolo di risarcimento del danno erariale. Lo ha deciso, con una sentenza dello scorso giugno diventata ora definitiva, la sezione giurisdizionale per la Campania della Corte dei Conti. Oltre a Pasquale Piccirillo, la condanna è stata emessa anche nei confronti dell'altro ex amministratore, Antonio Sollazzo. La società editrice che pubblicava «Buongiorno Campania», nel 2011 aveva trasferito la sua attività e sede sociale a Taranto, è stata accusata di aver continuato le sue attività in modo illegale al fine di ottenere contributi dall'amministrazione concedente.

La Corte ha stabilito che la Dossier ha ricevuto illecitamente la somma di 2 milioni e 880 mila euro nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010. Somma che dovrà essere risarcita in solido dalla Dossier (in liquidazione coatta), in persona dei suoi ex amministratori. La richiesta di riduzione del danno avanzata da Piccirillo è stata respinta, poiché la Corte ha ritenuto che tale potere possa essere esercitato solo in caso di condotta gravemente colposa e non in presenza di illecito doloso.

La Procura erariale aveva inizialmente contestato un danno all'erario per oltre 4 milioni di euro. La sentenza prevede anche la rivalutazione monetaria della somma, calcolata secondo gli indici Istat dai singoli ratei di pagamento, nonché l'applicazione degli interessi legali dalla data della sentenza fino al completo soddisfo.

In particolare, i giudici contabili presidente Michele Oricchio - ha autorizzato la conversione in pignoramento del sequestro conservativo precedentemente disposto, fino alla concorrenza della somma dovuta come condanna. Le spese di giudizio sono state compensate tra le parti, tenendo conto della situazione sostanziale e processuale di ciascuna. L'inchiesta della guardia di finanza di Caserta e Taranto è stata coordinata dai pubblici ministeri della Procura contabile partenopea Davide Vitale e Michele Ferrante: un terzo amministratore tra i tre che si sono alternati nel periodo 2011-2015, è stato invece assolto sia dal tribunale penale che dalla Corte dei Conti. L'autorità giudiziaria erariale ha accertato e contestato come la società cooperativa, già con sede nella provincia di Taranto, dal 2008 al 2011, fosse risultata solo formalmente in possesso dei requisiti di legge per la percezione dei contributi pubblici di scopo in questione. Nello specifico, la guardia di finanza di Taranto, nel 2015, nello svolgimento di specifiche e mirate attività ispettive, successivamente implementate dalle fiamme gialle casertane, ha rilevato e documentato alcuni elementi di criticità inerenti ai rapporti degli associati con gli organi sociali.

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È stato, difatti, appurato che alcuni degli amministratori, legali e di fatto, della società hanno prodotto, al dipartimento per l'informazione e l'editoria della presidenza del Consiglio dei Ministri, dichiarazioni false, perseguendo il fine di percepire indebitamente i contributi per l'editoria pur non disponendo dei requisiti costitutivi, di natura oggettiva e soggettiva, imposti dalla normativa di settore e la cui sussistenza era stata appositamente simulata. La cooperativa perseguiva di fatto finalità di lucro e non mutualistiche e la compagine sociale non era composta in assoluta prevalenza da giornalisti propri dipendenti. 

 

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