Decoro urbano, nel centro di Caserta
spuntano i cartelli trash fai da te

Decoro urbano, nel centro di Caserta spuntano i cartelli trash fai da te
di Franco Tontoli
Sabato 13 Febbraio 2021, 09:24 - Ultimo agg. 09:32
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Via G. M. Bosco, dall'incrocio con via Settembrini al corso Giannone, un album della segnaletica stradale peggio tenuta, figurine di sciatteria, segnaletica delle più scombinate, ora anche la segnaletica «fai da te» con ricorso a termini ineleganti per invitare i conduttori di cani a evitare depositi sgradevoli sul marciapiede, lungo il porticato, nei pressi dei negozi. Alle segnalazioni riguardanti la segnaletica stradale orizzontale di colore giallo, a delimitare spazi riservati non si sa a che titolo, se per invalidi o residenti muniti di autorizzazione mancando del tutto i segnali verticali che il codice della strada prescrive, va ad aggiungersi la doppia e contrastante segnalazione degli stalli di parcheggio che va dall'incrocio con via Giotto al corso Giannone.



Per il tratto fino al porticato c'è la delimitazione parallela al marciapiedi degli stalli blu, sistemazione che da tempo ha sostituito la precedente disegnata a stalli a lisca di pesce, perpendicolari quindi al marciapiedi.

Le aree diversamente disegnate convivono serenamente, la vecchia segnaletica di vivace colore blu non è stata cancellata, risplende nella sua contrastante evidenza con la sopravvenuta, arricchita anche della linea tratteggiata di colore bianco che delimita la carreggiata stradale, striscia che invece manca lungo gli stalli successivi, questi sì delimitati senza contrastanti indicazioni. È una zona, questo lungo tratto della pur centrale via G.M.Bosco, ignorata da anni dai manutentori che in un paio di mesi, nel tratto precedente che va fino a via Giotto, sono intervenuti due volte a rinnovare la segnaletica, strisce sempre brillanti di attraversamenti pedonali e di mezzeria, ignorando del tutto il segmento successivo anche nella cancellazione della vecchia segnaletica fuorviante. Le due zone, va sottolineato, sono ugualmente trafficate da auto e frequentate dai pedoni, nella seconda, quella trascurata, si avverte soprattutto la mancanza delle strisce per i pedoni attesa la presenza di ben cinque ristoranti, due bar e vari negozi in un centinaio di metri appena. L'album delle figurine si è arricchito da qualche giorno di avvisi rettangolari affissi alla decina di pilastri del porticato su cui si affacciano negozi e caffetterie.



I cartelli sono la manifestazione della indignazione di un negoziante per i depositi fecali lasciati da quadrupedi condotti al guinzaglio da proprietari distratti e ignoranti dell'obbligo di raccolta degli escrementi con guanti e buste di plastica. Di buoni esempi ce ne sono molti, i cattivi si concentrano evidentemente davanti all'esercizio commerciale di chi la motivata indignazione ha tradotto in un pessimo esempio di grevità. Dieci cartelli ben leggibili col testo che segue: «I proprietari stronzi dei signori cani non devono fare escrementare i loro simili davanti al negozio. Area sottoposta a videosorveglianza. Vi veniamo a prendere fino a casa». C'è di tutto, scurrilità, minacce di non troppo sottintese punizioni e la perla di un neologismo che i vocabolari ancora ignorano ma che se si moltiplica nel linguaggio pure rischia di finirvi registrato. «Escrementare», una finezza linguistica, un'eleganza che fa a pugni col resto, il termine vernacolare e la minaccia di tono teppistico - «vi veniamo a prendere fino a casa» di ignoti che poi tali non sarebbero visto che l'area asserita videosorvegliata dovrebbe aver registrato chi ha provveduto all'affissione dei cartelli. Va ricordato che esiste cartellonistica adeguata, destinata a richiamare i conduttori dei cani a maggiore attenzione.
 

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