Ex manicomio di Aversa in degrado,
​20 volontari lo ripuliscono

Ex manicomio di Aversa in degrado, 20 volontari lo ripuliscono
di Tina Cioffo e Fabio Mencocco
Giovedì 5 Aprile 2018, 20:12 - Ultimo agg. 20:13
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In venti anni nessuno è mai riuscito a riqualificarlo ma in una settimana, venti volontari hanno ripulito un’intera ala, liberando dai rifiuti e dal degrado 10 stanze del padiglione Leonardo Bianchi dell’ex manicomio di Aversa. Il parco della Maddalena, ex manicomio civile di Aversa, esteso per più di 20 ettari, è l’eterna dimostrazione di una struttura completamente abbandonata.
 


La proprietà è divisa fra l’Asl ed il Comune aversano che nel 2005 acquistò il padiglione del Bianchi, per oltre 2miliardi delle vecchie lire, grazie ai fondi Urban. Doveva diventare un incubatore sociale ma quella progettualità non è mai partita. Poteva essere fiore all’occhiello, così come eccellenza era, nel 1813, quando Gioacchino Murat lo fondò, ed invece è indecenza allo stato puro. Negli anni è diventato ricovero per i senzatetto ma anche posto sicuro per andare a drogarsi. I dimenticati della società che nel Bianchi, fra marciume e ogni tipo di scarto, insieme ad una politica, di destra e di sinistra, colpevolmente disattenta hanno scritto la recente storia del Bianchi, vergognosa. E allo scempio, il rischio più che fondato è di aggiungere altro spreco.

Per mettere in sicurezza l’area circostante, di competenza dell’Asl nel 2017 sono stati istallati tre cancelli, né più né meno che reti metalliche con un lucchetto, spendendo la modica cifra di 47mila euro. Da dicembre ad oggi, ci sono stati quatto incendi. Il comitato ‘La Maddalena che vorrei’, formato da volontari, studenti, professionisti, architetti, ingegneri, storici e docenti hanno deciso di invertire la rotta, ritrovandosi ogni giorno di pomeriggio, al Bianchi per ripulirlo, caratterizzare i rifiuti e presidiarlo. L’obiettivo è lavorare alla riqualificazione e alla funzionalità.

«In base – dicono Jacopo Cutillo e Piero Aloisi, del Comitato- al principio della sussidiarietà orizzontale, del co-governo della cosa pubblica e del riconoscimento del ruolo politico che i cittadini giocano nella vita di un paese». I risultati per il momento, sono sorprendenti. Giovedì 5 aprile, sono stati chiamati tutti a raccolta per capire anche insieme agli amministratori di Aversa come proseguire, passando se è possibile per un protocollo di intesa o per un affidamento teso a restituire dignità. 

 

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