La crisi riempie le bische, in Campania
scatta l'allarme gioco d'azzardo

La crisi riempie le bische, in Campania scatta l'allarme gioco d'azzardo
di Fabio Mencocco
Martedì 4 Agosto 2020, 11:08
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Avevano omesso di pagare i permessi per detenere regolarmente macchine da gioco, carambole e altri giochi di tipo ludico per il quale servono i permessi della Siae. Per questo sono scattate le sanzioni amministrative per quattro gestori di bar nell'area tra San Marcellino ed Aversa. L'operazione è stata messa in atto nell'ultimo fine settimana, con controlli mirati da parte dei carabinieri della compagnia di Aversa, coadiuvati dai militari delle stazioni di Aversa e San Marcellino,unitamente a un equipaggio dei Carabinieri della S.I.O. del 10° Reggimento «Campania»  e da ispettori Siae. Il controllo è avvenuto proprio nell'area al confine tra Aversa e San Marcellino dove c'è la presenza massiccia di molti bar e locali da gioco, quattro di questi non avevano pagato i relativi «diritti d'autore», facendo scattare la contestazione da parte dei militari che hanno segnalato un cittadino marocchino per uso di stupefacenti e deferito un cittadino tunisino per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Inoltre in una delle attività commerciali non era affissa la tabella giochi pericolosi' così come disposto dal questore. Un fattore che fa ritornare in auge il problema del gioco d'azzardo nell'ara dell'agro aversano. 

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IL DATO
Solo ad Aversa  secondo i dati dell'Agenzia delle Dogane, nell'ultimo anno sono stati giocati oltre 114 milioni di euro, con una perdita di 26 milioni complessivi e una spesa procapite calcolando anche i bambini appena nati, di 2.177 euro all'anno. Il fenomeno è sempre in ascesa. Basta considerare che la Campania è la seconda regione per spesa con circa 1,8 miliardi di spesa totale, tenendo in considerazione il gioco legale ovviamente. A questo si aggiunge un'altra problematica, quella dei tanti minori (circa il 62% secondo i dati della campagna Mettiamoci in gioco) che hanno accesso a giochi con vincita in denaro a cui non viene mai chiesto il documento di identità.

IL BUSINESS
Il volume d'affari è enorme ed è facilmente riscontrabile con la moltitudine di punti gioco che si possono notare nell'agro aversano. Sale scommesse, sale Vlt e altre tipologie di locali che offrono la possibilità giocare a chiunque ne abbia la possibilità. Un problema radicato che ha fatto nascere anche un tavolo permanente sul gioco d'azzardo promosso dal comitato don Peppe diana insieme al coordinamento regionale della Campagna Mettiamoci in Gioco, alla Caritas Diocesana di Aversa ed in collaborazione con Avviso Pubblico.

Dati preoccupanti, riferiti al 2019, si registrano anche nell'aria di Casal di Principe che ha una spesa di oltre 43milioni euro e perdite per 10milioni di euro e a Castel Volturno con un ammontare di quasi 41 milioni e perdite da parte dei giocatori di 9milioni di euro. La questione tocca anche altre aree del territorio dell'agro aversano e della costa domizia come Teverola con 45 di soldi bruciati in macchinette e scommesse, per una spesa pro capite di 3 mila euro, mentre a Mondragone la spesa totale è di 33 milioni di euro.

A spingere molto questo fenomeno è il gioco on line che nell'ultimo quadriennio fino al 2019 è cresciuto di oltre 70%, con un raccolta che ha raggiunto i 36 miliardi solo per i giochi presenti in rete. La modalità di accesso ai giochi on line è molto semplice, servono carte di identità e altri documenti, ma una volta superate queste pratiche l'utente finale può giocare e scommettere in qualsiasi posto. Basta avere a portata di mano il proprio smartphone per accedere a qualsiasi piattaforma e piazzare scommesse sportive, ai casinò virtuali, ma anche a slot machine.
 
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