Luigi Izzo, barbiere ucciso a Castel Volturno: «Hanno ammazzato mio marito: nessun perdono, voglio giustizia»

Parla Federica Sautto, la giovane moglie del barbiere ucciso con sei pugnalate alla schiena la notte fra il 5 e 6 novembre a Castel Volturno

Il barbiere Luigi Izzo
Il barbiere Luigi Izzo
Marilu Mustodi Marilù Musto
Lunedì 14 Novembre 2022, 08:36 - Ultimo agg. 16:16
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«Neanche un animale si ammazza così. Chi ha ucciso Luigi ha agito con ferocia. Il processo? È un fatto tecnico, mio marito non tornerà. Spero, tuttavia, che si giunga presto a una condanna». Federica Sautto è la giovane moglie di Luigi, il barbiere di 38 anni assassinato con sei pugnalate alla schiena la notte fra il 5 e 6 novembre a Castel Volturno da Alessandro Moniello, 52 anni e dal figlio Roberto. Federica ha gli occhi chiari, un viso rassicurante da cui traspare un sentimento di accudimento, sicurezza, dolcezza.

Mentre racconta i 15 anni con Luigi, i sogni e la famiglia, gira la fede con le dita e guarda la madre che ricorda: «Io quel ragazzo, Roberto, l'ho anche accarezzato, gli ho toccato la barbetta.

Davanti al bar gli ho detto: è sabato sera, divertiti, non litigare». Qualche minuto dopo, Roberto era invece sopra il corpo di Luigi per bloccarlo, incitando il padre. A difendere la famiglia della vittima è l'avvocato Nando Letizia che ora chiede: «Un processo veloce e pena giusta. C'è massima fiducia nella giustizia».

La sera del delitto, Federica non sapeva che quello era l'ultimo giorno con il marito.
Ricominciamo dall'inizio, cosa è successo quel sabato?

«Ogni sera, dopo il lavoro, Luigi chiudeva il salone e cenava con noi. Sabato, dopo cena, siamo andati insieme nella villa che avevamo comprato da poco, era il nostro sogno, lui aveva appena terminato di montare i giochi per i bambini in giardino. Mio padre gli fece notare che la pioggia li avrebbe rovinati, ma Luigi rispose: domani sarà una bella giornata. Quel domani non è mai arrivato».
Non eravate ancora al corrente della lite di Orlando, il fratello di Luigi, davanti al bar Caffè 2.0?
«No, quando siamo tornati a casa io sono andata a farmi la doccia, ma sentivo mio marito che parlava al telefono. Uscita dal bagno, mi comunica che un amico gli ha riferito che Orlando stava litigando con delle persone. Gli ho detto di non uscire, ma non ci fu nulla da fare: "lo devo far ammazzare?", mi rispose. A quel punto uscì, ma dietro di lui c'eravamo io e mia madre».
Cosa avete visto?
«Davanti al bar mio marito ha cercato di calmare gli animi, ma questo ragazzo, Roberto, che io non avevo mai visto prima, continuava a spingerlo con due dita facendolo indietreggiare. A un certo punto si è avvicinata mia madre, mentre io sono andata nel bar per parlare con la barista. Luigi ha imposto al fratello di salire in macchina e di tornare a casa, promettendo poi a Roberto di ricomprare gli occhiali da vista che Orlando gli aveva rotto».
 

Quando vi siete accorti che non era finita?
«Quando siamo tornati a casa una Fiat Punto verde ha sgommato bloccandosi davanti al cancello. Luigi deve aver visto che dentro c'erano Roberto e un'altra persona, armata, ed è fuggito».
Perché non è entrato in casa e ha chiuso il cancello?
«Me lo chiedo anch'io. Credo sia fuggito seguendo l'istinto oppure ha pensato di proteggere me e i bambini».
Cosa ricordi?
«Le urla di mio marito che diceva cosa c'entro io? e Roberto che inveiva. Sono corsa fuori e ho visto mia madre che cercava di staccare i due uomini da mio marito. Quando sono andati via Luigi si è rialzato, si è appoggiato alle auto, erano tutte rigate di sangue la mattina dopo. Tre minuti dopo è morto davanti ai miei occhi».
Cosa ti resta di lui?
«Tutto, l'amore e tre figli stupendi. Il secondo fa tante domande, gli somiglia. Parla del papà al passato, quando gli ho promesso di andare a prendere il panino al pub il sabato sera mi ha detto: "come faceva papà". Il primo fa fatica a parlare di lui, mentre il terzo è troppo piccolo per capire. A tutti e tre gli ho indicato una stella luminosissima in cielo: vedete, papà è lì sopra, su quella stella».

 

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