I cavalli di Carditello sfrattati per i restauri

I lavori riguardano il Tempietto, le gradonate dell'ippodromo di Ferdinando IV, e, soprattutto, il fossato borbonico in tufo

I cavalli di Carditello
I cavalli di Carditello
di Nadia Verdile
Venerdì 10 Febbraio 2023, 14:04 - Ultimo agg. 14:08
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Nuovi restauri in partenza, a Carditello si mobilitano le forze per rendere il prima possibile fruibile, dopo anni di attesa, le sale dell'appartamento reale restaurate sotto l'egida della soprintendenza. Previste, nella prossima settimana, le prime operazioni di collaudo per il rilascio alla Fondazione dei primi spazi museali da parte del Segretariato regionale. Intanto, in scadenza il termine ultimo per la presentazione delle offerte per l'affidamento dei lavori di «Restauro e consolidamento presso il Real Sito di Carditello».

I lavori riguardano, in particolare, il Tempietto, l'abbeveratoio esterno, le gradonate dell'ippodromo di Ferdinando IV, le colonne dei cancelli di accesso e, soprattutto, il fossato borbonico in tufo che circonda il Galoppatoio dedicato ai cavalli per i quali ci saranno delle novità. L'altro ieri, gli uomini dei Nas e della Asl hanno effettuato una visita ispettiva. «Il Servizio veterinario dell'azienda - afferma Amedeo Blasotti, direttore generale Asl Caserta - che controlla costantemente l'attività di allevamento dei cavalli di razza Persano presso il Real Sito di Carditello, anche a seguito di una segnalazione, in data 8 febbraio ha effettuato una visita ispettiva per verificare il benessere degli animali. L'esito della verifica ha confermato un generale stato di benessere e di tenuta dei capi. Nella stessa verifica è emerso che l'evoluzione dello stato di restauro dei luoghi ha avuto una significativa accelerazione che ha interessato anche gli spazi ad oggi fruiti dagli equidi. Pertanto, anche a causa dell'accresciuto numero di animali presenti nel sito, in accordo con i vertici della Fondazione si è convenuto di dover necessariamente provvedere ad alcuni adeguamenti infrastrutturali nelle more dei quali i cavalli dovranno essere temporaneamente allocati presso altre strutture. L'Asl lavorerà fianco a fianco con la Fondazione per garantire il benessere di tutti i cavalli e per condividere le procedure da adottare soprattutto in questa importante fase di recupero del sito culturale».

Una sinergia tra Asl e Fondazione con l'unico obiettivo di tutelare il benessere dei Persani, vanto del Real Sito e testimonianza vivente della storia dei luoghi.

In sede di verifica ispettiva da parte del Servizio veterinario dell'Asl di Caserta è stato constatato lo stato di programmazione della cantierizzazione dei lavori di restauro che andrà a limitare gli spazi fruibili dai cavalli Persano presenti a Carditello e per questo è stato deciso il trasferimento provvisorio dei cavalli e dei pony, con una calendarizzazione prevista nei prossimi 4 mesi, in funzione del cronoprogramma dei lavori stimati in 180 giorni dall'affidamento.


«Queste necessità - spiega Luigi Nicolais, presidente Fondazione Real Sito di Carditello - sono già previste nelle nostre progettazioni, che diventeranno esecutive non appena avranno ricevuto tutti i pareri degli Enti preposti. È interesse della Fondazione che cavalli e pony ritornino velocemente a Carditello, tanto che in tutte le procedure di gara viene considerata una premialità per gli operatori che eseguono gli interventi nel più breve tempo possibile, compatibili con la regola d'arte. Stiamo lavorando per rilanciare Carditello e l'intero territorio, continuando a garantire il massimo benessere agli equidi e, allo stesso tempo, avanzando rapidamente con il piano di restauro». Il galoppatoio del Real Sito, progettato, a partire dal 1787, da Francesco Collecini, per volere di Ferdinando IV, è, ancora oggi, il più grande ippodromo al mondo inserito all'interno del perimetro di un edificio. La tenuta era destinata all'allevamento e alla selezione di cavalli di razza reale, oltre che alla produzione agricola e casearia. Qui era situata la Reale Industria della Pagliara delle Bufale, che ospitava un importante caseificio. Rappresentava un mirabile esempio dell'imprenditoria illuminata promossa dai Borbone tra la fine del 700 e la prima metà dell'800.

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