I positivi certificati calano, ma troppi tamponi «fai da te»

I positivi certificati calano, ma troppi tamponi «fai da te»
di Ornella Mincione
Lunedì 8 Agosto 2022, 08:34
4 Minuti di Lettura

Si riducono sempre di più gli ammalati di Covid in terra di Lavoro. Almeno, questo è osservando i dati puntualmente aggiornati dall'Asl casertana che tutti i giorni pubblica il bollettino dei casi registrati in tutta la provincia. In realtà, è già da diverse settimane che le autorità sanitarie avvertono circa la relativa fondatezza di tali dati.


Questo significa che verosimilmente la situazione non è esattamente quella esposta sulla piattaforma regionale, il grande contenitore dei numeri della curva epidemiologica che riguardano l'intera Campania.

Su tale piattaforma, infatti, viene registrata soltanto quella porzione di cittadini che hanno cura non soltanto di eseguire il tampone, che sia molecolare o antigenico, ma anche di accertarsi che il proprio medico di base ne abbia notizia così da verificarne la registrazione e far scattare la catena di misure terapeutiche e di sicurezza previste per il caso positivo. La tendenza più diffusa, invece, continua ad essere quella di eseguire il test rapido entro le proprie mura domestiche e isolarsi in caso di positività senza comunicare nulla ufficialmente. Un problema sollevato già negli scorsi mesi da Federfarma, nazionale e campana, visto l'incremento di vendite degli esami.

Intanto ora si profila un doppio scenario, dove da un lato ci sono i casi ufficiali e registrati sulla piattaforma e dall'altro quelli sommersi' e ufficiosi ma che comunque incidono sull'andamento del contagio. Ad oggi è certa la diminuzione di ammalati: anche nel report pubblicato ieri dall'Asl casertana si legge che sono 412 i nuovi casi, emersi dalla processazione di 2.541 tamponi, con un'incidenza del 16,21%. Registrati anche due decessi e certificate 808 guarigioni. In totale ora sono 9.469 gli infetti, 398 in meno rispetto al giorno precedente. Ed è un continuo calo perché se si considerano i numeri della settimana scorsa, ad esempio, erano quasi 13 mila i contagiati e la settimana precedente circa 18 mila. Guardando l'incidenza delle positività sui tamponi effettuati, però si evince che la percentuale di contagiati resta comunque al di sopra del 15%: questo vuol dire che il numero degli ammalati resta costante rispetto agli esami effettuati. In parole povere, se le persone eseguissero tutte il tampone molecolare è molto probabile che il quadro epidemiologico risulterebbe nettamente diverso e più allarmante.

Dunque, il virus circola e continua a circolare a dispetto di quanti negano la persistenza della malattia. Una cosa è certa, però: i sintomi restano lievi, anche se con febbre alta, e il Covid uccide meno, grazie all'opera del vaccino e alla scarsa aggressività dell'attuale variante in corso. A confermare questa chiave di lettura è senz'altro il tasso di occupazione dei posti letto ospedalieri. E' sempre contenuto il numero dei degenti per Covid e nella maggior parte dei casi i pazienti in regime di ricovero sono affetti da altre patologie dove il Covid potrebbe scatenare una serie di conseguenze. Di qui, la richiesta del ricovero per un più attento monitoraggio del paziente, già compromesso da altre malattie.

E' chiaro però che le autorità sanitarie continuano comunque ad invitare i cittadini ad aderire alla campagna vaccinale o, comunque, a completare il ciclo vaccinale. In ultimo, l'invito è rivolto ai soggetti fragili e agli over 60enni affinché possano richiedere la quarta dose, utile perché la difesa anticorpale al Covid in queste persone non si attenui nel tempo, visto che con ogni probabilità la terza dose o la guarigione dalla malattia può risalire a diversi mesi prima. Fino a ieri pomeriggio, è il 22% degli aventi diritto ad aver ricevuto la quarta dose, ossia 44.967 cittadini a fronte dei 766.484 casertani, ovvero il 95% della popolazione, che dall'inizio della campagna vaccinale hanno ricevuto almeno la prima dose. Ferma la campagna rivolta ai più piccoli con fascia d'età tra i 5 e gli 11 anni, dove è solo il 33% ad aver ottenuto la prima dose e il 27% la seconda.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA