Caserta: la rivolta ferma l'installazione dell'antenna

Vigili urbani allertati dai residenti preoccupati

Il materiale che doveva servire per l'antenna
Il materiale che doveva servire per l'antenna
di Roberto Della Rocca
Sabato 28 Ottobre 2023, 09:13
4 Minuti di Lettura

È cominciato giovedì il trambusto in vicolo Pietro Mascagni dove, negli spazi non edificati e incolti, avevano cominciato a lavorare gli operai che hanno delimitato le aree di cantiere per conto della società di telecomunicazioni Iliad. Ieri mattina, sollecitati dai residenti, sono stati gli agenti della Polizia di Stato e della Polizia municipale a portarsi nei pressi del cantiere e a interrompere le attività avviate dalla "Sirti Telco Spa". Quest'ultima, su mandato di Iliad, aveva presentato il 14 aprile scorso la Scia per installare un nuovo impianto di tipo "raw land", con sito a terra: fondamenta di cemento, già gettate in via Mascagni, su cui installare un alto traliccio con, in cima, i ripetitori di segnale. Già giovedì pomeriggio i residenti si erano mostrati preoccupati.

L'area in cui dovrebbe sorgere la nuova antenna è infatti localizzata nel cuore del parco Cerasole, e circondata da parchi residenziali e condomini. Di atteggiamento «esclusivo e autonomo» della società (di cui si attende una replica) parla il vicesindaco Emiliano Casale che ricorda come l'amministrazione abbia già bocciato l'antenna di via La Pira nei pressi dell'ospedale. «Anche in questo caso - dice Casale - la risposta del Comune è stata negativa perchè avevamo chiesto tutta una serie di documentazioni che non ci sono state fornite. Questa forzatura nell'installazione non poteva che trovarci contrari e siamo subito intervenuti anche perché l'autorizzazione è un procedimento amministrativo da cui l'Ente non può essere escluso.

Ora si farà un accertamento di tutta la documentazione e si valuteranno tutti gli aspetti che riguardano la questione».

Richiamati dai residenti anche i consiglieri comunali come Gianluca Iannucci, subito allertato dell'avvio del lavori per il nuovo impianto. Ieri mattina, poco dopo l'arrivo della gru che avrebbe dovuto innalzare il traliccio, sul posto sono arrivati poliziotti e vigili che hanno preso atto della situazione e hanno fermato i lavori. A firmare la sospensiva è stato il dirigente Luigi Vitelli sollecitato, insieme al sindaco Carlo Marino, a prendere tempo per esaminare la situazione. «Già giovedì pomeriggio avevo ricevuto dal dirigente e dal primo cittadino la disponibilità a sospendere i lavori per comprendere meglio cosa stesse succedendo», racconta Iannucci che si fa portavoce anche delle preoccupazioni dei residenti in merito alle emissioni delle onde elettromagnetiche e dei loro effetti sulla salute.

«È strano che si possa pensare di realizzare un impianto in un quartiere residenziale così densamente popolato come il parco Cerasola. Quello delle antenne è un problema anche di salute come dimostrato dal dibattito di livello europeo in corso sostiene Iannucci in Francia è stato addirittura posto il divieto alla realizzazione di infrastrutture 5G nelle aree urbane, e sarebbe bene approfondire la materia prima di prendere provvedimenti definitivi e impattanti». Quello delle antenne per le telecomunicazioni resta un nodo spinoso anche in presenza di un ordinamento nazionale non definito. Perfino i limiti delle emissioni delle onde elettromagnetiche costituiscono valori consigliati e non ne è imposto il rispetto, come sottolinea anche Gianfranco Tozza, presidente provinciale di Legambiente: «Molti comitati combattono da anni contro le antenne e spesso si vedono dare torto in sede di giudizio. In questi casi potrebbe fare la differenza solo la sensibilità dei Comuni».

Video

In via preventiva l'amministrazione potrebbe richiedere una mappatura delle onde elettromagnetiche nella zona dove si richiede l'installazione di questi impianti e valutare l'inquinamento elettromagnetico presente. «Sarebbe un modo per accertare, fin da subito, il rispetto dei limiti di legge - continua Tozza - e chiedere, nella concessione autorizzativa, un monitoraggio a posteriori del campo elettromagnetico, limitato nel tempo, a riprova della mappatura». Mappatura di cui i Comuni, negli ultimi anni, si stanno dotando con il piano delle emissioni, documento che accompagna la fase di redazione e approvazione del piano urbanistico. «A oggi non risulta depositato alcun piano per le emissioni sostiene il consigliere di minoranza Pasquale Napoletano e anche del Puc si sono perse le tracce. Ancora una volta, come capitato in via La Pira, gli uffici mostrano evidenti criticità organizzative con permessi a cui, ormai, non si risponde aprendo a conseguenze imprevedibili per i casertani. Continueremo a vigilare su queste anomalie sempre più ricorrenti». 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA