«Ingiusta detenzione», Bottino:
ora chiedo il risarcimento

«Ingiusta detenzione», Bottino: ora chiedo il risarcimento
«Ingiusta detenzione», Bottino: ora chiedo il risarcimento
di Domenico Zampelli
Venerdì 5 Maggio 2017, 06:20 - Ultimo agg. 08:12
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Caserta. La sesta sezione penale della Cassazione annulla definitivamente l’ordinanza con la quale nel 2016 il gip del tribunale di Napoli aveva applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari al direttore generale dell’azienda ospedaliera di Caserta Francesco Bottino: si ora apre la strada per l’equa riparazione.
I fatti contestati risalivano al 2008 e avevano visto l’attenzione della Procura incentrata sulla proroga del servizio di pulizia nella struttura sanitaria casertana, disposto secondo l’accusa da Bottino dietro il versamento di una tangente da 50mila euro corrisposta dall’imprenditore di Marcianise, Angelo Grillo. Una vicenda definita in primo grado nello scorso mese di marzo dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con una sentenza che da un lato ha condannato Grillo alla pena di dieci anni di reclusione e dall’altra ha disposto il proscioglimento di Bottino per l’intervenuta estinzione del reato. Essendo infatti decorsi oltre otto anni erano maturati i tempi per la prescrizione. Una pronuncia, quella riguardante l’ex manager, a cui si è giunti escludendo l’aggravante a suo carico legata all’associazione mafiosa. Una circostanza che ha fatto venire meno i presupposti sui cui fondare l’emissione di misure cautelari. Quindi, in conseguenza dell’esclusione dell’aggravante la misura non avrebbe potuto applicarsi per difetto delle condizioni di cui all’articolo 280 del codice penale. Aspetto di non secondaria importanza, perché apre a Bottino le porte dell’equa riparazione prevista dall’articolo 314 del codice di procedura penale.
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