Licenziati causa Cov cercano lavoro
fuori dalla Campania: addio a cani e gatti

Licenziati causa Cov cercano lavoro fuori dalla Campania: addio a cani e gatti
di Emanuele Tirelli
Sabato 5 Febbraio 2022, 07:35
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Le motivazioni sono diverse, ma l'intenzione sembra sempre la stessa: disfarsi del proprio animale d'affezione. Subito dopo l'Epifania, e in maniera più consistente dalla metà di gennaio, l'associazione di volontariato animalista «Nati Liberi» ha iniziato a ricevere numerose telefonate da chi sostiene di non potersi occupare più del proprio cane o del proprio gatto.

«In molti casi è uno degli effetti del Covid», dice la presidente Alessandra Pratticò. «C'è chi parla di un trasferimento al nord o all'estero: sono in tanti a dover cercare lavoro altrove. Altri riferiscono di bambini allergici, di parenti malati da accudire, di proprietari di casa che non accettano gli animali. Partono dal presupposto sbagliato che l'associazione o il canile possano farsi carico di animali di proprietà di privati, ma non funziona così. Inoltre un animale comporta necessariamente cure e spese che non possono essere scaricati con questa serenità sugli altri». Gli autori di alcune telefonate parlano anche di animali rimasti senza casa perché i proprietari, loro parenti, sono deceduti.

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«Cerchiamo di far capire che l'eredità di una persona comprende pure gli animali d'affezione di sua proprietà.

Intendo dire che funziona così dal punto di vista giuridico e che non si può scegliere di ereditare l'appartamento e non il cane o il gatto. Il punto, in ogni caso, è che un animale fa parte della famiglia. Non si tratta di una mancanza di comprensione da parte nostra, ma di sottolineare che sono degli esseri umani. Così come si trasferiscono le persone, magari con famiglie al seguito, possono spostare anche gli animali. È vero che si rivolgono a noi e che non li abbandonano, ma questo non basta. Devono organizzarsi per garantire cura e amore. A mancare, allora, è la volontà di un impegno a monte». Quelli abbandonati subiscono infatti dei traumi importanti, eppure «Nati Liberi» evidenzia che la quasi totalità di queste persone non se ne preoccupa affatto. «Quando domandiamo se hanno pensato alle conseguenze emotive, ci sentiamo rispondere che si tratta di un problema da risolvere». Secondo l'associazione, un altro motivo alla base di queste richieste sta nel fatto che in tanti hanno acquistato gli animali durante il periodo natalizio sottovalutando l'impegno necessario. «Li hanno comprati, hanno speso dei soldi scegliendo razza, taglia ed età, e adesso si tirano indietro. Per fortuna non c'è nessuno che abbia adottato da noi, e questo vuol dire che la nostra scrematura funziona».

Dall'inizio dell'anno nel rifugio municipale di Caserta sono entrati solo due cani. Il primo è un Breton trovato nel secondo tratto di viale Lincoln al quale era stato estratto di recente il microchip, testimoniato da una ferita vistosa sotto l'orecchio sinistro. In questo modo non è stato possibile risalire al proprietario. «Per fortuna ha già trovato una famiglia che vuole prendersene cura. L'altro, invece, è un cagnolino giovane e cieco, trovato nella zona di Casolla e ferito a una zampa. Questo è un periodo dell'anno generalmente molto tranquillo. Il momento critico di solito arriva con la primavera, quando iniziano gli abbandoni che poi esplodono in estate. Gli ultimi tre anni abbiamo registrato numeri in calo rispetto al passato e speriamo che questo trend possa continuare e irrobustirsi. C'è da fare una sensibilizzazione costante, in modo tale che un animale non venga mai considerato come un oggetto». Pratticò segnala anche un dato nuovo: le richieste di cuccioli sono diminuite drasticamente. «Ne abbiamo quattro da dicembre e nessuno si è fatto avanti, mentre in un mese siamo riusciti a dare in adozione sei cani adulti. Credo dipenda da un cambio di mentalità: le persone alla prima esperienza iniziano a preferire l'animale adulto. Questo non vuol dire che un cucciolo sia anche un'esperienza meravigliosa». Tutto cambia se si parla di felini. Siamo infatti nel periodo in cui le gatte vanno in calore. «Significa che i gatti si rincorrono per strada e spesso si feriscono. Arrivano molte segnalazioni di animali investiti».

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