Rete idrica groviera, il basolato sprofonda: «Ora subito i lavori»

Danni a causa delle falle, interventi sulle voragini

Il cedimento a Maddaloni
Il cedimento a Maddaloni
di Giuseppe Miretto
Martedì 7 Marzo 2023, 09:18
4 Minuti di Lettura

Cede il tubo dell'acquedotto su corso I Ottobre e riaffiora il fiume che si trova sotto la strada. I geyser ad alta pressione hanno bucato anche il basolato. Ora, nel cuore del centro urbano, si assiste al sesto sprofondamento dal 2006. Sempre nello stesso punto e sempre a causa del collasso della rete idrica, le perdite di acqua incontrollate stanno devastando il sottosuolo.

Superato il livello d'allarme: ieri mattina, è scattato con criteri di somma urgenza un nuovo intervento di risanamento dell'ennesima voragine (all'altezza dell'ufficio postale centrale). È stata transennata l'area ed è stato avviato il consolidamento del sottofondo stradale scavato dall'acqua ad alta pressione; rimossa poi anche la pavimentazione dissestata.

A cedere è stato l'acquedotto rifatto appena 15 anni fa. E pensare che l'intervento di consolidamento è stato fatto circa 12 mesi fa. Non è più un problema di cedimento. «È in atto un fenomeno subdolo ammette il sindaco Andrea De Filippo - poco visibile, ma altamente insidioso. Interverremo con fondi comunali anche per scongiurare danni maggiori anche agli immobili privati».

Non si può aspettare l'avvio di bandi destinati al settore. Sono stati resi disponibili 300 mila euro per la posa in opera di tubature in ghisa. Non c'è tempo da perdere anche perché la strada si sorregge grazie a un gioco di incastro del basolato. Ma sotto c'è il vuoto di estensione ignota, ampliato, nonostante gli interventi ripetuti, dallo scavo del fiume carsico creato dal collasso continuo dell'acquedotto fatto con tubi in polietilene.
È caccia ai segnali premonitori: piccole buche, dislivelli e voragini. Il sindaco ammette la preoccupazione: «Esistono chiari segnali di subsidenza del suolo. Un fenomeno che non si è mai fermato dal 2006. Non possiamo più convivere con i rischi».

L'ufficio tecnico del Comune cambia strategia: dal rattoppo delle falle alla sostituzione dei sottoservizi sebbene quelli del corso siano stati rifatti nel 2006. Il fiume sotterraneo non si vede, ma si sente con un rumore assordante di acqua che scorre in profondità. «Al momento annuncia l'assessore ai lavori pubblici Giuseppe D'Alessandro- possiamo solo tappare le falle. Subito verranno posizionate tubature in ghisa. E poi si procederà alla sistemazione della pavimentazione».

Video

L'ennesima emergenza fa emergere anche polemiche mai sopite. «La verità denuncia il consigliere Angelo Tenneriello (Maddaloni Positiva) - è sconvolgente: la ristrutturazione di Corso I Ottobre è stata un salasso per le casse comunali. I cedimenti, che non si sono mai fermati, sono iniziati già nel 2009 in piazza de'Sivo. Non si contano le manutenzioni fatte sul corso. Tutto inutile. È il merito delle condutture in polieteline difettate. Al danno si aggiunge la beffa: non si possono chiedere i danni a nessuno poiché le imprese esecutrici sono fallite o non esistono più». Il problema è più vasto e non risparmia il centro storico pedemontano. È in calendario, infatti, anche la sostituzione dell'acquedotto in via Regina Margherita e via Raffone grazie ai fondi non utilizzati per la ricostruzione del sisma dell'80. Pure in via Mercorio, rifatto sempre nel 2006, si registra lo sprofondamento della fogna.

I numeri fanno impressione: a causa di perdite idriche sono stati ricollocati tubi in ghisa per oltre otto chilometri in via Serao, via Sant'Eustacchio, via Sergente Del Monaco, via Libertà, via Montano, via Feudo, via Pioppolungo, via Tiglio san Biagio e via Caudina, arteria quest'ultima ristrutturata appena sei anni fa. In cifre, gli effetti della gestione in emergenza si vedono: dalle 650 annue, sono scese a 100 le falle nel 2022. Ma per azzerare i rischi, servono almeno altri quattro chilometri di nuove tubazioni sempre in ghisa.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA