Conti, pub e auto di lusso: sigilli all'impero del clan

Il ristorante "La Baita", finirà sotto amministrazione giudiziaria

Conti, pub e auto di lusso: sigilli all'impero del clan
Conti, pub e auto di lusso: sigilli all'impero del clan
di Biagio Salvati
Venerdì 23 Febbraio 2024, 08:41 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 16:23
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I saldi di una decina di conti correnti bancari e postali intestati a parenti e prestanome - presi in esame nel corso delle indagini - non superavano i 50mila euro e, in un caso, addirittura c'era un conto in "rosso". Il tenore di vita, invece, rispetto anche alle esigue dichiarazioni dei redditi era da capogiro: auto di lusso da oltre 150mila euro, imbarcazione, motocicli, immobili, società di scommesse, negozi di animali e vita agiata oltre alla gestione di una braceria che propone carni dell'eccellenza mondiale a Maddaloni, locale frequentato da vip, compresi calciatori di serie A.

È stato tutto sequestrato, salvo alcune compagini societarie per le quali i giudici hanno rigettato la proposta, all'imprenditore Michele Maravita.

Ad eseguire il provvedimento della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente, Gabriella Casella, giudice Massimo Urbano e giudice estensore Francesco Balato) sono stati gli uomini della polizia di Stato della Questura di Caserta che hanno sequestrato beni mobili e immobili per un milione mezzo di euro.

Il decreto su proposta del questore di Caserta ha disposto i sigilli a due immobili, quattro società, diversi rapporti finanziari e bancari, auto e una barca, intestati a familiari dell'imprenditore che, secondo la Divisione Anticrimine, sarebbero stati acquistati con i proventi di attività delittuose. Anche il locale di ristorazione "La Baita", finirà sotto amministrazione giudiziaria. Già condannato in via definitiva dalla Corte di Appello di Napoli per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento all'immigrazione clandestina (una vicenda riguardante l'ingresso di brasiliani a Maddaloni), Maravita è ritenuto socialmente pericoloso anche perché genero del boss del clan Belforte di Marcianise Antonio Della Ventura, quest'ultimo considerato il "capozona" di Caserta, da anni in carcere al 41bis.

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I poliziotti hanno acquisito contratti di compravendita di beni, di quote societarie, nonché numerosi altri atti pubblici che hanno interessato negli ultimi 20 anni l'intero nucleo familiare di Maravita, verificando poi, per ogni transazione, le connesse movimentazioni finanziarie in base alle quali è stata creata la provvista per acquistare il bene. È emerso che Maravita e i congiunti, al momento dell'acquisto dei vari beni, non avevano la disponibilità economica per comprarli, e che dunque beni mobili e immobili sono stati acquistati grazie alla contiguità con il clan Belforte. Per i giudici del tribunale sammaritano è considerato il referente dei suoceri Della Ventura e Concetta Buonocore che, pur non essendo colpita dal reato camorristico, è ritenuta la "guida" di Maravita. Oltre a "La Baita", sono finiti sotto sigilli le società "Dog's house" e "Re Leone", "A&M" e "M&M", tutte a Maddaloni; un immobile con garage e diverse moto e auto.
In una circostanza, gli investigatori hanno indagato su una potente Audi acquistata a nome della madre di

Maravita per 157 mila euro (in parte con finanziamento), il cui ritiro è avvenuto presso una concessionaria di Curti con tanto di foto agli atti degli inquirenti dove è immortalato Maravita, il titolare ed anche un rapper napoletano (ovviamente questi ultimi due estranei all'indagine). Durante l'esecuzione del provvedimento, la polizia è stata supportata dall'unità cinofila anti-valuta della Guardia di Finanza e dal personale del servizio veterinario dell'Asl di Caserta. L'udienza in cui l'indagato oggi a piede libero potrà difendersi è fissata fra due mesi.

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