Da questa mattina, il sito industriale sulla strada provinciale 19, a Marcianise, di fronte al centro Oromare, già Marconi e Jabil cambia denominazione in Tma srl, società a cui passeranno anche i 406 lavoratori. La comunicazione del definitivo abbandono della Jabil Circuit Italia e dell’ingresso di Tma è avvenuta ieri pomeriggio nel corso di un incontro da remoto tra la direzione aziendale e la Rappresentanza sindacale unitaria.
Lo rendono noto i sindacalisti interni di Fim, Fiom, Uilm e Failms in una nota: «L’azienda ci ha ufficialmente comunicato che la giornata odierna rappresenta la conclusione del rapporto di lavoro con Jabil Circuit Italia. Dal mese di agosto (oggi, ndr), come previsto dall’ex art. 47 legge 428/90 ed esperito con mancato accordo da parte delle organizzazioni sindacali la titolarità dei contratti dei singoli lavoratori passerà comunque alla nuova compagine societaria».
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Nel corso dell’incontro, la direzione aziendale Jabil ha informato la Rsu in merito ad informazioni tecniche relative al conferimento dell’azienda al nuovo soggetto societario, Tma srl, una Newco composta dalla Tme di Portico di Caserta dell’imprenditore Aniello Stellato, per il 55 per cento e Invitalia, braccio operativo del ministero dell’Economia, per il 45. La notizia arriva pochi giorni dopo l’inizio del periodo di ferie forzate a cui sono stati costretti i lavoratori dall’azienda. Da lunedì, infatti, nel sito erano presenti circa 80 addetti, alcuni incaricati della migrazione verso la nuova società ed altri addetti alla sicurezza e alle urgenze, mentre gli altri non dovevano recarsi in fabbrica fino all’8 agosto. Tant’è che un gruppo di lavoratori, lunedì, si sono recati davanti ai cancelli ma è stato impedito loro di entrare. Ieri pomeriggio la svolta dell’avvenuto passaggio. Nel comunicato, la Rsu mostra tutta l’amarezza di una sconfitta sindacale e per i mancati interventi delle istituzioni e della politica.
«Nonostante tutte le nostre lotte, le manifestazioni, i tanti comunicati, le note stampa e le sollecitazioni alla politica, Ministero, Regione ed interlocutori vari sono restati a guardare, disinteressandosi completamente alla nostra vertenza. La Rsu e i lavoratori di Marcianise hanno sempre respinto le soluzioni alternative che Jabil ha promosso. I nostri uffici legali stanno continuando a raccogliere istanze per definire un quadro di rivendicazione particolareggiato. La nostra lotta terminerà soltanto quando al sito di Marcianise saranno garantiti un futuro certo e di rilancio. Jabil ha sfruttato il territorio per oltre 24 anni e non ha compreso lo sforzo di serietà professionale che i lavoratori tutti hanno garantito per il suo business, pur vivendo continuamente in un clima di incertezza. Questo atteggiamento della multinazionale resta inaccettabile, soprattutto per aver mortificato i sacrifici di vita ed economici che i lavoratori si sono sobbarcati per tutti questi anni».
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Si chiude così l’esperienza della multinazionale americana in Italia e nel Casertano che nel 2015 ha acquisito lo stabilimento Ericsson per poi cercare più volte di snellire la forza lavoro, come nel maggio del 2020, in piena pandemia Covid, annunciando il licenziamento di 190 dipendenti nonostante il divieto previsto dall’allora decreto Rilancio e le reindustrializzazioni completamente fallite come quelle che hanno coinvolto Orefice Group e Softlab. Fino ad aprile 2024 quando l’azienda ha annunciato la cessazione dell’attività avviando la procedura di licenziamento collettivo per i 413 lavoratori e poi proponendo il progetto di reindustrializzazione, presentato in sede ministeriale, con il passaggio alla Newco.