Forse anche l'abitudine può uccidere. Così come la routine, la stanchezza o la distrazione. Michele Maravita, 55enne originario di Valle di Maddaloni, trapiantato a Ivrea da quasi 40 anni, è rimasto vittima di una manovra che ripeteva quotidianamente. Sempre la stessa addirittura da decenni con il suo camion che guidava da anni. Fatale, secondo le prime ricostruzioni fatte dai carabinieri di Pinerolo, è stata la sosta del pesante mezzo parcheggiato poco istanti prima.
Il veicolo, per cause ancora in fase di accertamento, si è messo in movimento lungo una strada in leggera pendenza. Inevitabile lo schiacciamento. Inutili gli interventi dei sanitari e il ricorso all'elisoccorso: hanno potuto solo costatare il decesso immediato. Così, a Bruino, centro del torinese, si è consumata l'ennesima tragedia sul lavoro: Michele stava lavorando in un cantiere per la posa della fibra ottica. Solo gli accertamenti delle forze dell'ordine, coadiuvati dalla polizia locale e dai tecnici dell'Asl Torino 3 potranno fare luce su cosa sia accaduto al veicolo. Insomma, se non era stato azionato il freno a mano o se c'è stato un guasto. Michele lascia la compagna con la quale condivideva la sua vita ad Ivrea. Valle di Maddaloni è attonita: aspetta il dissequestro della salma e l'espletamento di tutte le procedure per accogliere il feretro. Su disposizione della famiglia, il suo corpo sarà tumulato nel cimitero di Valle di Maddaloni. Appartenente ad una delle famiglie più note, numerose e conosciute del paese, Michele (nonostante la sua permanenza in Piemonte) era molto conosciuto.
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«Valle di Maddaloni era per lui - testimonia il cugino Pasquale Vigliotta - il luogo delle radici mai dimenticate, dei ricordi, dell'infanzia e della prima adolescenza poi delle vacanze che trascorreva da noi quasi tutti gli anni. La nostra comunità si stringe intorno a una grande famiglia. Il cordoglio non basta. Ancora una volta si continua a morire di lavoro che purtroppo i nostri giovani spesso, e oggi ancora di più, cercano lontano dai luoghi di origine. Abbiamo l'obbligo di dare un volto, una storia e una dignità a Michele: questo incidente non può essere archiviata aggiornando le lunghissime e anonime liste delle morti bianche». Il sindaco Francesco Buzzo ha dato disposizioni per una «mobilitazione della comunità in occasione dei funerali nell'attesa della traslazione e del via libera per l'estremo ultimo saluto».
gi.mi.