Orlando lancia la sfida ai cattolici da Caserta: diamoci nuovo Codice

L'idea nata in seno a Polity Design

Il meeting
Il meeting
di Gianrolando Scaringi
Lunedì 15 Gennaio 2024, 08:14
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Parte da Caserta la sfida del "Codice di Casertavecchia", un nuovo "Codice di Camaldoli", documento programmatico scritto, come il celebre testo del 1943, chiamando a raccolta l'intelligencija cattolica per progettare un nuovo impegno in politica del mondo credente. L'iniziativa è figlia di "Polity Design", la scuola di formazione politica promossa dalla Diocesi di Caserta (una delle otto scuole riconosciute dalla Conferenza episcopale italiana sul territorio nazionale) che raccoglie, da tre anni, giovani under 40 di Terra di Lavoro proponendo incontri e confronti con esponenti del mondo politico ed amministrativo contemporaneo e del recente passato. L'idea è partita dalla serie di lectio svoltesi nei due giorni appena trascorsi in biblioteca del Seminario vescovile culminati, ieri mattina, con la presenza di Clemente Mastella sindaco di Benevento, più volte europarlamentare, ministro, deputato e senatore della Repubblica e fondatore dell'Udeur e Leoluca Orlando sindaco della "Primavera di Palermo", tra il 1985 ed il 1990, anch'egli già europarlamentare e deputato della Repubblica che si sono interrogati, a partire dalla propria esperienza politica, sul tema del cattolicesimo impegnato.

Scritto tra il 18 ed il 24 luglio 1943 da un gruppo di intellettuali di fede cattolica chiamatisi a raccolta presso il monastero di Camaldoli (nel comune di Poppi, in provincia di Arezzo), il testo il cui titolo originale fu "Per la comunità cristiana. Principii dell'ordinamento sociale a cura di un gruppo di studiosi amici di Camaldoli" raccoglie in sé i prodromi che porteranno alla fondazione della Democrazia cristiana. Esperti di fede cattolica di tutti i rami delle scienze sociali (economisti, giuristi, sociologi, tecnici e dirigenti vari) si riunirono nel monastero camaldolese per riflettere sui principi che avrebbero potuto reggere l'ordinamento sociale nell'Italia post fascista interrogandosi su Stato, famiglia, educazione, lavoro, produzione scambio, economia pubblica e vita internazionale concludendo i lavori in un involontario e simbolico momento della storia italiana: il giorno precedente l'arresto di Benito Mussolini e l'avvio del "piano Grandi" che portò alla caduta del fascismo.

La proposta di un "nuovo Codice" arriva dall'invito di Clemente Mastella a fare di "Polity Design" una scuola del "fare" e dalle considerazioni sul testo del '43 di Leoluca Orlando: «Il Codice di Camaldoli - ha detto l'ex sindaco di Palermo - seppur di grandissimo valore, appartiene, ormai, al passato. Racconta un modo profondamente cambiato, anche grazie alla Costituzione che ne ha preso a piene mani, ma manca di significati che diremmo contemporanei sul versante dei diritti di libertà, sui figli naturali, sull'idea di una famiglia non adeguata al nostro tempo, sul nuovo ruolo dei laici.

Non vi è, al suo interno, alcuna sensibilità sul tema della migrazione (che allora era più di emigrazione), su quello dell'ambiente (tanto caro a papa Francesco), su quello del digitale (che, allora, non poteva esistere). Nel 1943 i cattolici trovarono le ragioni per riunirsi e dar vita a questo codice (l'emergenza nazionale, il fascismo che stava crollando e che apriva la strada ad una nuova Italia democratica) che, decisamente, mancano oggi. Ci vuole, certamente, una forte motivazione per scrivere un nuovo "Camaldoli" ma non manca l'invito a farlo: basta leggere le due encicliche "Laudato si'" e "Fratelli tutti" di papa Francesco».

«A partire dalla riflessione di questi due giorni commenta Luigi Ferraiuolo, direttore di "Polity Design" ci incontreremo in autunno, chiamando a raccolta intellettuali del mondo cattolico e non solo, per scrivere una nuova Carta del cattolicesimo impegnato, il "Codice di Casertavecchia", indirizzo contemporaneo alla responsabilità dei cattolici nella vita pubblica».
 

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