Covid, pazienti date per morte:
si analizzano le cartelle

Covid, pazienti date per morte: si analizzano le cartelle
di Gabriella Cuoco
Giovedì 3 Febbraio 2022, 08:16 - Ultimo agg. 18:33
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L'indagine per verificare le responsabilità del medico che, per due volte, ha comunicato la morte di pazienti che non realtà erano vive entra nel merito. Nel frattempo a Maddaloni c'è chi si lamenta della scarsità di personale in alcuni reparti. «Mancano infermieri e Oss, da quarantotto ore siamo alla ricerca di qualcuno che ci dia spiegazioni. A parte qualche medico, che ogni tanto gira nel reparto, noi non vediamo nessuno». Questa volta, a sbottare sono i pazienti del reparto di Medicina a bassa intensità, dislocati al piano terra, e cioè coloro che sono pronti a lasciare la struttura ospedaliera e che, quindi, hanno superato la malattia ma non posso completare il percorso di negativizzazione a casa perchè positivi. Sulla vicenda, però, arriva la smentita da parte del responsabile dei reparti del covid hospital di via Liberta, Rino De Lucia.

«L'unica cosa che manca nel reparto a bassa intensità - dice De Lucia, raggiunto telefonicamente - sono gli Oss, per il resto tutti i sanitari che erano in servizio presso i reparti di Lungodegenza e Cardiologia dell'ospedale Ave Gratia Plena di San Felice a Cancello sono stati impegnati nel reparto e addirittura sono anche in numero maggiore.

Non riesco a spiegarmi perché si dicono bugie e cose di questo tipo in un momento così delicato per la nostra struttura. Bisogna lavorare solo ed esclusivamente per il bene dei pazienti, tutto qui». Nel reparto a bassa intensità, e cioè a bassa contagiosità, sono stati impegnati anche camici bianchi in servizio presso l'ospedale Melorio di Santa Maria Capua Vetere. 

Ma, nella giornata di ieri, le chiacchiere sul trasferimento del medico di San Felice a Cancello, che ha fatto «resuscitare» due pazienti, sono continuate a circolare all'impazzata; il provvedimento disciplinare voluto dalla cabina di regia presieduta dal direttore sanitario della struttura Laura Leoncini e firmato dal direttore sanitario dell'Asl di Caserta, Marco de Fazio, prenderà forma solo da lunedì prossimo.

Dopo diversi giorni c'è comunque la certezza che la decisione è collegata a quanto è accaduto nelle ultime due settimane, e cioè ad un errore di comunicazione sullo stato di salute di una di 52 anni di Casal di Principe (deceduta in un secondo momento) e una 86enne di Marcianise, fino a ieri sera ancora in condizioni molto precarie. Certo è, che per una questione di privacy, il tutto non può essere reso noto anche se dalla direzione generale annunciano, che continueranno ad indagare su quanto è realmente accaduto e se ci sono altri responsabili.

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Da un'analisi dei fatti, però, si evince che medico, originario di San Felice a Cancello, è stato trasferito anche perchè è in possesso di un'esenzione medica, che gli ha permesso di non ricevere nemmeno una dose del vaccino anti Covid-19. Ha una malattia del sangue che, nonostante la sua segnalazione e quella della commissione legale dell'Asl di Caserta, lo ha tenuto legato per oltre un anno alla Terapia intensiva dove ha svolto turni regolari e giornalieri. Ora, la cabina di regia dell'Azienda sanitaria casertana, nonostante si sia pronunciata e quindi dato il suo via libera al trasferimento del camice bianco, nei prossimi giorni continuerà a visionato attentamente una serie di verbali a firma del primario di Terapia Intensiva Patrizia Vestini.

La vicenda, nelle ultime quarantott'ore, è molto chiacchierata non solo a Maddaloni ma in tutto il Casertano; nel particolare nella Valle di Suessola, dove lo stesso medico, risiede ed è conosciuto in quanto ha ricoperto per anni anche ruoli importanti presso il presidio ospedaliero «Ave Gratia Plena». Ci si chiede come mai, lo stesso è stato trattenuto così a lungo in un reparto così delicato come la Terapia intensiva, non essendo vaccinato non per scelta ma per un problema strettamente fisico. La «resurrezione» avvenuta lunedì mattina è solo il secondo caso che si verifica al presidio ospedaliero di via Libertà nella città calatina. 

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