Pensioni gonfiate nel Casertano: il figlio dell'ex sindaco «super-invalido» ma guidava la Mercedes di papà

Pensioni gonfiate nel Casertano: il figlio dell'ex sindaco «super-invalido» ma guidava la Mercedes di papà
di Mary Liguori
Lunedì 4 Novembre 2019, 23:00 - Ultimo agg. 5 Novembre, 07:30
4 Minuti di Lettura

«È arrivato il certificato della commissione medica, ci stanno tutte le malattie al di fuori di quelle che ha veramente... la demenza senile, la tachicardia cronica... lo sanno loro che cazzo combinano...». L’ex sindaco di San Marcellino, comune alle porte di Aversa, scoperchia con queste riflessioni ad alta voce, intercettate, il vaso di Pandora che ieri ha portato al suo arresto e non solo. Sono ai domiciliari i componenti della presunta, ennesima, cricca delle pensioni «facili». Oltre a Pasquale Carbone, sono stati arrestati Benito Di Costanzo, «procacciatore» di clienti per la cricca capeggiata dal medico esterno dell’Inps, Salvatore Ambrosio, anch’egli arrestato, e il responsabile di un patronato, Michele Russo. Il figlio dell’ex sindaco, Cosimo Carbone, è indagato in stato di libertà con altri 74 soggetti con invalidità minime fatti risultare idonei per la legge 104 con handicap superiori all’80 per cento. Un mercimonio a tutti gli effetti, secondo le indagini della Procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, affidate alla puntuale attività investigativa della compagnia della guardia di finanza di Aversa, guidata dal tenente colonnello Michele Doronzo. Modalità della truffa e cifre sono deducibili dai sorprendenti dialoghi intercettati.

LEGGI ANCHE Pensioni di invalidità per 5 mila euro, quattro arresti e 75 indagati a Caserta

«Il riconoscimento te l’hanno dato?» e l’ex sindaco di San Marcellino conferma: «Sì sì, all’80 per cento». Ma al suo ragazzo, di invalidità, toccherebbe il 40 per cento, ché, scrive il gip Raffaele Capasso, «esce come tutti i ragazzi della sua età, si incontra con gli amici, porta a cena la fidanzata, guida la Mercedes del padre». Ma sulle carte firmate dal dottor Ambrosio è descritto come un giovane con cento malanni, che quasi non può uscire di casa da solo. Documenti tarocchi, per il gip, siglati senza aver mai riunito la commissione medico legale. Ambrosio, consulente che l’Inps ha scaricato nel 2017 dopo aver scoperto le anomalie delle sue perizie, firma il falso.
 

 
E che sia tutto un «pezzotto», che gli abbiano fittiziamente riconosciuto «tutte le patologie possibili eccetto quelle di cui veramente soffre» lo dice il suo stesso padre, Pasquale Carbone che, intercettato dalle microspie delle fiamme gialle, aggiunge anche: «A ottobre lo devo portare... e rispetto a quello che gli dobbiamo dare ci avanza sempre qualcosa». L’altro chiede: «Dieci mesi a 300 euro?», «Sì, tanto mi sembra...» conferma Carbone. Per la tangente, la cricca di Aversa aveva stabilito un fisso: per gonfiare le invalidità servivano cinquemila euro. Ma erano ragionevoli, i metodi di pagamento. «A fine mese mio figlio prende gli arretrati per 3mila euro, gliene do altri mille e poi non mi deve più rompere le scatole... posso dargli 500 euro al mese a Michele».

Dagli altri dialoghi captati si evince che tutti gli invalidi che si sono rivolti alla cricca hanno pagato duemila euro quando la pratica è passata e hanno poi coperto, a rate, gli altri 3000 euro a partire dal momento in cui hanno intascato gli arretrati. «Posso pagare un po’ alla volta?» chiede un aspirante invalido a Carbone che, a un certo punto, avrebbe assunto il ruolo di procacciatore di clienti, e risponde: «A pratica istruita devi pagare solo 2mila euro, il resto glielo paghi quando ti arrivano gli arretrati». La macchina truffaldina funziona senza incepparsi fino al 27 luglio del 2017. Quando l’Inps sbugiarda Ambrosio e lo caccia. Dei fascicoli sanitari firmati dal medico non c’è traccia nel database dell’istituto. La sua consulenza esterna viene interrotta. 

LEGGI ANCHE Falsi invalidi e opere fantasma, così gli italiani truffano lo Stato: sprechi per 6 miliardi

Nel momento in cui l’Inps gli dà il benservito, Ambrosio inizia a preoccuparsi. Non teme di finire in galera, ma ha paura di dover «tirare a campare» con «soli tremila euro al mese». Dopo la notifica del licenziamento dell’Inps chiama un amico e si sfoga. «Ingaggia un avvocato, dai stai tranquillo, puoi vivere con tremila euro al mese... ma ti tolgono tutto?», lo rincuora tal Sigismondo. Ma Ambrosio è disperato: «Faccio una vita da 30mila euro al mese... do mance ai camerieri di cinquanta euro...». Quando la giostra dei raggiri si ferma, insomma, il medico deve tornare coi piedi per terra e, sottratte le mazzette il suo reddito si riduce al solo stipendio che percepisce dall’Asl. Per ora, come detto, i «clienti» della cricca individuati sono 75, ma i pm lavorano per inquadrare il fenomeno dentro il suo reale perimetro. Le persone che avrebbero percepito senza titolo pensioni di invalidità altissime potrebbero essere molte di più di quelle finora individuate dagli investigatori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA