«Per i nostri amici a quattro zampe
ricordo e affetto sono ancora negati»

«Per i nostri amici a quattro zampe ricordo e affetto sono ancora negati»
di Franco Tontoli
Mercoledì 2 Novembre 2022, 08:28 - Ultimo agg. 3 Novembre, 15:22
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Il giorno della commemorazione dei defunti, la visita al cimitero ha un significato particolare, i sentimenti sono ancora più intensi nel raccordarsi con gli affetti che non ci sono più, non pochi, parecchi i casertani che dopo i fiori deposti in memoria dei propri cari all'uscita dal cimitero attraversavano la strada, un cancelletto e una sfilata di piccoli tumuli, ordinati, le lapidi con le foto di chi aveva guaito, scodinzolato, miagolato, cinguettato, tenuto compagnia e inserito in famiglia col classico a questi qui manca solo la parola.

Il cimitero degli animali da compagnia, un giardino ben curato come dai primi del Duemila quando era stato istituito da Luciano Meola, ex musicista e fondatore del posto riservato all'ultimo riposo di esseri viventi, non umani ma voluti bene come tali.

Poi a partire dal 27 maggio 2020 un immondezzaio, un'area che pare bombardata, erbacce e vegetazione selvatica, lapidi in frantumi, tumuli scoperti, un disastro, una vergogna, una visione che angoscia quanti alla preghiera per i propri cari fatta all'altro lato di piazza della Rimembranza, non possono più associare un pensiero ai Bobby, Lulù e anche Cocorito che fanno parte del cumulo di centinaia di sepolture, oggi immondizia visibilissima dal cancello sigillato. 

Una storia a dir poco amena che riassumiamo dai due articoli già pubblicati nel luglio e agosto scorsi senza che sia stato mosso un dito per dare seguito a quella che doveva essere un'operazione di sanificazione ed è stata trasformata in una coltura intensiva di insetti, topi di considerevole stazza attirati da resti alimentari con cui vengono alimentati randagi da ignoti che almeno fanno qualcosa per i quadrupedi vivi. L'operazione quindi, a leggere le comunicazioni ufficiali del novembre 2019 e maggio 2020, era stata ordinata «a seguito di un'attività interforze nell'ambito dei servizi di contrasto per la Terra dei Fuochi' programmati dalla cabina di regia prefettizia».

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Per il sequestro della struttura cimiteriale per animali da compagnia furono impiegati, sempre dal comunicato, «agenti della polizia municipale di Caserta insieme ai militari dell'Esercito italiano, agenti della polizia di Stato, carabinieri, personale dell'Arpac e della Asl».

Il dispiego di forze non per ettari di terra usati come discarica di rifiuti tossici ma per un rettangolo di pochi metri quadrati tenuti a giardino con sepolture per la maggior parte a raso e altre al muro di recinzione. Alcune sanabili inadempienze amministrative e di tenuta igienica da parte del gestore, tutto ignorato nel ventennio precedente dalle amministrazioni comunali e istituzioni sanitarie, poi il ricorso nientemeno che a norme di tutela da Terra dei Fuochi.
E dal maggio 2020 nessuno che prenda provvedimenti a sanare La visibile vergogna. Sentimenti animalisti variamente sbandierati, nessuno è mai passato per la piazza antistante il cimitero a vedere come vengono rispettati gli animali morti? Carmela Posillipo, avvocato matrimonialista, impegnata anche nella tutela degli animali. Dice: «La tutela degli animali da compagnia post mortem? Difficile se partiamo dal presupposto del vuoto legislativo che esiste anche per la tutela di quelli in vita. È necessario il loro riconoscimento, non tutti vengono dotati di microchip, sistema da cui derivano per i padroni diritti e doveri, anche dopo la morte, come la garanzia di una dignitosa sepoltura. Nello specifico va sollecitata una normativa regionale, con rimando anche all'autonomia dei Comuni, per la istituzione di cimiteri comunali per animali da compagnia. Questi luoghi, visitati in compagnia dei bambini, sono educativi, ispirano il rispetto e l'amore per gli animali che vanno ricordati se hanno fatto parte di un nucleo familiare».

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