Santa Maria Capua Vetere: «Pestaggi in carcere», tensioni in aula e scintille tra difensori degli agenti e teste

Un frame del video dei presunti pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere
Un frame del video dei presunti pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere
di Biagio Salvati
Giovedì 13 Aprile 2023, 08:46
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Udienza con un alto clima di tensione, ieri, nell'aula bunker del penitenziario sammaritano al processo sui presunti pestaggi ai detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, avvenuti il 6 aprile 2020. Scintille si sono registrate in una particolare fase del controesame, tra difensori e il teste Marco Puglia, magistrato di Sorveglianza che inviò le prime segnalazioni alla Procura. «Vi ho visto uscire dalla stessa stanza voi e i pm... è vero?» ha chiesto a Puglia l'avvocato Carlo De Stavola, difensore di alcuni dei 105 imputati (tra agenti della penitenziaria, funzionari Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e medici dell'Asl di Caserta). Una domanda che il legale ha rivolto al magistrato quando l'udienza è ripresa dopo una breve pausa. «Sì, perché ho bisogno di un posto caldo avendo la febbre», ha replicato con freddezza il magistrato.

Atmosfera tesa anche quando le domande hanno riguardato la presenza in carcere dei medici dopo i pestaggi. Durante l'esame da parte del pm nell'udienza del 5 aprile scorso, Puglia aveva affermato che dai detenuti aveva appreso l'assenza di medici dopo la perquisizione e le violenze. «Eppure - contesta e domanda il legale - lei nella relazione del 14 aprile scrive che i detenuti avevano detto di non essere stati visitati in infermeria dopo le botte, o che al massimo erano stati visti da un medico di turno.

Quindi il medico c'era e ha visto qualche detenuto». «Si però non ha fatto visite», risponde Puglia. Si è poi parlato del «detenuto con la maglia insanguinata» che Puglia, nell'esame reso il 5 aprile, aveva detto di aver visto quando si era recato in carcere tre giorni dopo le violenze. «Nell'interrogatorio reso al pm del 19 giugno 2020 - ha poi affermato il legale - lei aveva parlato di detenuto con la maglia strappata, e non insanguinata».

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È ancora giallo, dunque, se quella felpa fosse intrisa di sangue del detenuto o si trattasse di una semplice lacerazione. Come ancora senza risposta è rimasta la circostanza sull'isolamento o meno dei detenuti quando sono stati trasferiti da un reparto all'altro. In questo caso, la difesa ha sottolineato la mancata richiesta di revoca dell'isolamento dei magistrati di Sorveglianza sul cui punto, tra vari non ricordo, non ha potuto confermare il teste. Un clima incandescente che si era già registrato alla precedente udienza, quando il presidente della Corte di Assise davanti alla quale si celebra il processo, fu costretto a richiamare il pm Alessandro Milita proprio sulle domande a raffica poste al teste-magistrato Puglia: a molte aveva già dato una risposta.
Intanto, alla prossima udienza verranno proiettati in aula i video dei pestaggi catturati dalle telecamere di sorveglianza del carcere. I difensori, infine, hanno avuto conferma proprio dal teste del contenuto di alcuni messaggi Whastapp in cui, all'epoca, il magistrato esprimeva ammirazione nei riguardi dell'ex comandante della Polpen del carcere sammaritano, Gaetano Manganelli, oggi fra i 105 imputati del processo. Infine, come disposto dalla Corte di Assise, che alla scorsa udienza sciolse la riserva, Radio Radicale ha iniziato nuovamente a pubblicare regolarmente l'audio delle udienze del processo sul proprio sito istituzionale.
 

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