Ponte di Ercole, la beffa continua:
ecco un altro camion incastrato

Ponte di Ercole, la beffa continua: ecco un altro camion incastrato
di Franco Tontoli
Domenica 7 Novembre 2021, 11:00 - Ultimo agg. 11:40
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Al ponte d'Ercole ieri alle 12.30 un autocarro s'è incastrato sotto la volta di uscita in direzione Caserta, circolazione bloccata nei versanti da Casagiove e dal capoluogo fino a tutto lunedì, data in cui l'impresa di metallurgia che aveva allestito l'ultimo sistema antincastro, un colletto di acciaio che aveva ben tenuto negli ultimi mesi, ha assicurato i lavori per riportare il manufatto nella sua posizione protettiva delle ornie di marmo dell'arco. Quindi, fino a martedì se tutto andrà bene divieto di accesso da via Sardegna in direzione Ercole e Casagiove e viceversa, qui il traffico per il centro urbano deviato per via San Francesco, in risalita per via Cupa d'Ercole per Sala e via Tescione.

Questa la sintesi di un bollettino di cui si sentiva la mancanza, dopo ben 26 incidenti con interruzione della viabilità e altri sei di semplice scalfittura della struttura, a far data dal 31 dicembre 2017 agli ultimi mesi del 2020 quando si credeva di aver trovato il sistema idoneo a evitare gli impatti alla volta del sottovia da parte di automobilisti che il segnale dei 2.20 metri di altezza consentita per il transito lo avevano ritenuto un suggerimento e non un obbligo.

La qual cosa distrazione, indifferenza, azzardo si è ripetuta ieri, dai dieci metri circa del sottopasso è schizzato un autocarro con una sovrastruttura sulla cabina di pilotaggio, il botto dell'impatto e poi il fracasso dell'arcata di acciaio il richiamato colletto che si abbatteva al suolo, un miracolo per l'autista graziato dalla mannaja.

La solita storia, pochi centimetri eccedenti l'altezza dei 2.20 metri di altezza consentita per gli automezzi, eccedenza sopportata dall'arcata lato Ercole ma che quella di uscita non consente perché la strada, esattamente nel punto perpendicolare alla volta, va in leggero rialzo, l'andatura determina un sobbalzo e la capocciata ne diventa irrimediabile conseguenza.

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Una situazione grottesca, disagio che si ripete anche dopo gli ultimi interventi ritenuti finalmente idonei al ripetersi degli incidenti. Viene in mente per andarci leggeri e lenire il disappunto la scenetta di Rachilina, la domestica interpretata da Marina Confalone nel film Così parlò Bellavista, quando dialoga con la lavatrice che non vuol saperne di mettersi in moto e sciorina: «Il sale te l'ho dato, il detersivo te l'ho messo, o programma l'ho regolato, ma tu che cavolo vuo'?». 

Nella circostanza del ponte, che ortaggio mai ci vuole più dopo tutti gli esperimenti messi in atto dal dicembre 2017 a oggi per impedire il ripetersi degli intoppi? Parziale elenco dei sistemi dibattuti fra il Comune che della viabilità è responsabile, la direzione della Reggia nel cui patrimonio la struttura rientra e la Soprintendenza che ha compiti di sorveglianza: raddoppio dei segnali di limitazione di altezza; istallazione di una striscia metallica longitudinale con catarifrangenti ai due lati delle arcate; installazione di nuova segnaletica luminosa; infine il colletto metallico che per alcuni mesi ha retto, per cedere poi alla disattenzione chiamiamola così di un autista frettoloso che comunque dovrà economicamente rispondere dei danni. Resta un ultimo espediente: l'installazione di una sbarra trasversale a buona distanza dagli accessi al sottovia, un segnale di prova intaccato il quale gli autisti indisciplinati sono costretti a fermasi e non imboccare il minitunnel. La pubblica, indispensabile utilità che ne deriva, vale un braccio di ferro con chi lo dovesse ritenere inadeguato al contesto architettonico. 

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