Prof ucciso, perizie sull'auto e sulle armi dell'anziano

Pochi gli elementi estrapolati dai test sui fucili dell'82enne

l rilievi sull'auto bruciata della vittima
l rilievi sull'auto bruciata della vittima
di Biagio Salvati
Giovedì 9 Novembre 2023, 08:29
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Una perizia come "accertamento tecnico irripetibile" è stata disposta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere sui resti dell'auto, una Dacia Duster, dove lo scorso 4 novembre è stato trovato il corpo carbonizzato del professore di Cellole, Pietro Caprio, 58 anni, per il cui delitto si trova agli arresti domiciliari da due giorni l'ottantaduenne Angelo Gentile accusato di omicidio con l'aggravante della crudeltà e distruzione di cadavere. L'anziano, difeso dall'avvocato Gabriele Gallo, ha ottenuto gli arresti domiciliari per questioni legate a motivi di salute, ma anche sulla base di una valutazione che salvaguarda in virtù anche del sequestro delle armi le esigenze cautelari, in particolare la reiterazione del reato.

Non è dato sapere la finalità della perizia sull'auto bruciata ma un'altra attività investigativa è rivolta all'esame dei fucili per verificare a quanto tempo risale eventualmente l'ultimo uso.

Ad oggi, sull'anziano, non è stato nemmeno mai eseguito un stub il cui esito oggi sarebbe sorpassato.

L'ipotesi che Caprio sia stato attinto da un colpo di arma da fuoco è associata al fatto che gli inquirenti non hanno trovato una pallottola nella disponibilità dell'82enne identificato grazie alle immagini catturate da un'immagine di una telecamera di sicurezza del Comune di Cellole. Ma è stato davvero un colpo di arma da fuoco ad uccidere prima Caprio? Nell'auto l'unico resto trovato dagli investigatori è una mandibola del professore mentre altri elementi portano alla valutazione di possibili altre ipotesi che per ora sono interrogativi: l'assassino era a fianco a lui nell'auto? Avrebbe potuto usare anche un'altra arma, magari un coltello? In paese, qualcuno è anche scettico sulla possibile capacità di Gentile, soggetto minuto e con problemi di deambulazione, di poter essere stato capace di compiere questo crimine.

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È pur vero che l'uomo ha diversi problemi economici: vive in una modesta costruzione ubicata proprio sul terreno in località Pantano, dove è stato trovata l'auto carbonizzata e quel passaggio della sua Fiat Palio dal vialetto è stata ad oggi la prova per farlo diventare il primo e forte sospettato. Tra gli altri interrogativi, l'assenza nella notte tra i 3 e il 4 novembre scorsi, di odore di bruciato o fumo che avrebbe potuto attirare l'attenzione di qualcuno anche a distanza.

Intanto, ieri, i familiari della vittima, hanno nominato il penalista Gianluca Di Matteo per essere assistiti come parte civile. Familiari che, di quel prestito di diecimila euro citato dall'anziano qualcuno dice essere lievitato a 50mila non saprebbero assolutamente nulla. Perciò gli inquirenti, come da prassi, sono costretti a scavare anche nella vita privata del professore, in via di separazione con la moglie (che viveva da qualche tempo nell'appartamento sottostante a quella della famiglia del marito) per verificare o smentire l'esistenza di altre eventuali persone che potrebbero essersi rivolte all'amico Pietro per un prestito.
Non a caso, per approfondire le indagini, tre giorni fa i carabinieri di Sessa Aurunca hanno eseguito altri accertamenti e, in particolare, alcune perquisizioni che hanno portato al sequestro di due telefoni cellulari della vittima. Insomma, il giallo sulla morte di Caprio s'infittisce. L'uomo insegnava a Minturno (Latina) oltre ad essere fondatore di una cooperativa che si occupa di fornire personale di salvataggio a stabilimenti balneari e strutture della zona domizia: è stato carbonizzato in via Pietre Bianche a Cellole, in località Baia Domizia, in una zona definita dagli abitanti "Il pantano".
 

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