«Gare truccate», arrestati ex dirigente comunale di Calvi Risorta e imprenditori

Le mani della camorra sulla Statale Casilina e sulla scuola Cales

l carabinieri scoprono l'intreccio affari-camorra
l carabinieri scoprono l'intreccio affari-camorra
Marilu Mustodi Marilù Musto
Giovedì 9 Novembre 2023, 07:53 - Ultimo agg. 10 Novembre, 18:22
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La camorra allunga le mani sulla strada statale Casilina, l'arteria medievale che univa Roma a Casilinum. Il "mago" che costruiva su misura le gare d'appalto - per la procura Antimafia di Napoli - era Piero Cappello, considerato dagli inquirenti un colletto bianco di tutto rispetto: ex direttore generale e presidente del consorzio Asi di Caserta, tecnico al Comune di Calvi Risorta fino al 2021 e attualmente dirigente del settore "lavori pubblici" nel Comune di Cesa.

Godeva di legami stretti con esponenti politici in Regione Campania. Come "giliegina" sulla torta, dopo essere stato incaricato con contratto a tempo al Comune di Cesa, di recente aveva vinto il concorso per restarci. Apparentemente, questo di Cappello, sembra un curriculum di un funzionario eccellente. Peccato che, stando all'indagine della Dda, l'ex dirigente dell'Asi (aree di sviluppo industriale di Caserta) compaia come il "giostraio", in alcune intercettazioni telefoniche, capace di «inciarmare», dice, una cosa «molto più lecita» in apparenza, per poi truccare le gare di appalto. Queste le ipotesi dei carabinieri di Caserta, coordinati dal colonnello Manuel Scarso. Ma c'è qualcosa di più. Nell'auto dell'imprenditore Raffaele Pezzella (finito in carcere ieri) nel 2021 una cimice dei carabinieri "intercetta" Sabatino Esposito - considerato politico vicino a un consigliere regionale, in particolare - che definisce Piero Cappello «un uomo che si misura la palla». Ma cosa significa? In sostanza, saprebbe "muoversi" fra appalti e gare.

E infatti, a questa affermazione l'imprenditore Pezzella risponde: «Sta sistemando tutto, ha messo i fratelli gemelli lì, il suo braccio armato».

È bastato questo, ma anche tanto altro e Cappello, ieri, è finito agli arresti domiciliari su ordine della Dda di Napoli, per collusione con la camorra. L'accusa è di turbativa d'asta con l'aggravante mafiosa. Tre milioni di euro il valore degli appalti per i lavori della strada statale Casilina 194 nel comune di Calvi Risorta e di adeguamento sismico ed efficientamento energetico del plesso scolastico "Cales", dal nome della più antica colonia latina fondata dai romani in Campania. Storia classica e contemporanea s'intrecciano. Ma per ragioni non nobili.

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E così, per gli inquirenti, Piero Cappello era legato a Pezzella e Tullio Iorio, due imprenditori già finiti nella rete della magistratura in diversi processi per legami con il gruppo Schiavone. Il padre di Iorio fu assolto in Cassazione al termine del maxiprocesso contro la camorra, Spartacus I. Lui, invece, fu condannato in Appello a 4 anni di carcere nel processo Normandia, ma fu assolto nel processo "The untouchables" sulla ricostruzione post sisma in Abruzzo. Stavolta, per non comparire in prima persona, lui e Pezzella avevano scelto due "teste di legno". Grazie a un sorteggio di 15 ditte inviate all'Asmel, con un programma su un sito di veterinaria, "Quaderno di epidemiologia del prof Ezio Bottarelli", Pezzella e Iorio si sarebbero aggiudicati i due appalti con la complicità di Cappello. Da ieri, Pezzella (di Casal di Principe, residente a Caserta) e Iorio (di San Cipriano), sono in carcere a Santa Maria Capua Vetere. Un'aggiudicazione sarebbe toccata alla ditta "Cgs". Il cerchio si chiude: gli imprenditori Pezzella e Iorio  - per i carabinieri - sarebbero gli effettivi proprietari della società "Cgs" che doveva aprire il cantiere per la strada Casilina grazie al socio Carmine Petrillo, amministratore "finto" dell'azienda.

La mossa da mago era stata eseguita da Cappello anche per la scuola Cales. Lì, la gara era stata vinta dal consorzio Energos. Quest'ultimo aveva poi designato la "Comed" come impresa per i lavori. E così, la magistratura ha scoperto che la "Comed"  era riconducibile a Iorio e Pezzella (sempre stando alle indagini). C'era un'altra società che gravitava nell'orbita del clan: era la Costruzioni Generali Sud, con a capo Carmine Petrillo (residente a Caserta).
Fra gli indagati ci sono anche Giuseppe Napotelano di Casal di Principe, geometra della Cgs, così come Carlo D'Amore, altro presunto prestanome di Casapulla. Sarebbe stato Giuseppe Napoletano a ordinare a Petrillo (anche lui indagato) di prelevare il denaro accreditato dal Comune di Calvi per "girarlo" alla ditta: si tratta di circa 39mila euro che con 65 operazioni e 14 bonifici erano poi finiti alla Parking group. Un "magheggio" degno di un mago, appunto. La Procura ha disposto anche il sequestro delle quote di partecipazione al capitale delle due società. 

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