Reggia di Caserta, boom prenotazioni: ecco il restyling ecosostenibile

Resta tra i siti preferiti dai turisti in Campania

Reggia di Caserta
Reggia di Caserta
di Lidia Luberto
Domenica 4 Febbraio 2024, 09:44 - Ultimo agg. 09:52
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Prove tecniche di primavera turistica alla Reggia di Caserta: le condizione meteo più che invitanti e l'iniziativa del Mic "Domenica al museo", ad accesso gratuito, fanno prevedere una consistente presenza di visitatori. Sono, infatti, già esauriti i biglietti di accesso disponibili online, mentre stamattina è ancora possibile recuperare, fino ad esaurimento scorte, il ticket di accesso direttamente alla biglietteria di piazza Carlo III.

Saranno, oggi, aperti gli appartamenti reali (per gruppi di massimo 20 persone) e il Parco. Chiusi, invece, le Sale Vanvitelli, le mostre "Nino Longobardi alla Reggia di Caserta" e "Le pietre e la Reggia: da Apricena a Caserta", il Giardino inglese e il Teatro di Corte.

I visitatori in possesso del titolo, dovranno recarsi al cancello centrale di piazza Carlo di Borbone oppure a quello di corso Giannone esclusivamente nell'orario indicato sul proprio biglietto. Non è possibile, infatti, accedere al complesso vanvitelliano in orario differente né è consentito rientrare una volta usciti. Al fine, poi, di migliorare la gestione dei flussi, verranno create due file distinte: l'una per i possessori del biglietto "Solo Parco", l'altra per quelli del biglietto "Parco e appartamenti".

Intanto, cresce l'attesa per l'apertura dal primo marzo dell'ala ovest del Palazzo reale, dove è stata realizzata un'ampia area espositiva, che comprende anche la Gran Galleria, non solo per scoprire ambienti sconosciuti al grosso pubblico, ma anche per osservare l'imponente lavoro di ripristino e restauro che, per le modalità con le quali è stato condotto, avrebbe avuto l'approvazione dello stesso Luigi Vanvitelli. Sarà, infatti, particolarmente interessante vedere come gli ambienti restituiti dalla Scuola Specialisti dell'Aeronautica Militare siano stati riportati alla struttura originaria e com'è stata utilizzata l'enorme mole di materiali di risulta "rinati", poi, in altre forme. Nella logica del riciclo e del riutilizzo, legata agli obiettivi dell'Agenza 2030, che da tempo ispira gli interventi effettuati alla Reggia, e che costituiscono un vero pallino per la direttrice Tiziana Maffei.

Così, l'ala ovest del Palazzo Reale, con tutto quello che è stato abbattuto e rimosso, è diventata una sorta di ricca miniera da cui attingere per realizzare altri interventi. Per i rivestimenti e i lavabi dei nuovi bagni è stato, infatti, usato, opportunamente trattato, il marmo di recupero (350 metri quadrati di materiale, per circa 1.680 chilogrammi) giacente nel cantiere, mentre, per i tavoli e i banconi destinati alle nuove aree espositive, ci si è serviti delle tegole dismesse dai tetti (8000 chili) e di 300 chili di vetri di scarto. L'operazione è frutto di una tecnologia messa a punto da un'azienda campana tra le leader nel settore della ricerca, sviluppo e produzione di materiali compositi innovativi, la Chroma Composites, con sede a Ceppaloni, in provincia di Benevento. «Realizzare un incontro tra arte e scienza: con questo obiettivo abbiamo avviato, per la Reggia, il progetto "Mersus" che è la sintesi di un processo di studio da noi elaborato spiega Ferdinando Possemato, fondatore e amministratore unico della Chroma - che unisce materie derivante dal riuso di materiali di scarto uniti tra loro da opportuni leganti. Fonte di ispirazione di questo procedimento è l'antica arte giapponese del Kintsugi, che utilizza l'oro, per ricomporre i pezzi di un oggetto rotto esaltandone le nuove nervature create. La nostra azienda riprendendo questa tecnica, con una speciale miscela dà nuova vita ai materiali destinati allo smaltimento. Il risultato è unico, ecosostenibile e completamente riciclabile, nel rispetto della natura. Per rifornirci di quanto ci occorreva per gli interventi da realizzare in Reggia, ci siamo recati presso i cantieri che erano in corso e abbiamo chiesto quali fossero i materiali ritenuti "il peggior scarto" o i meno utilizzabili e siamo partiti da quelli».

E proprio quei rifiuti, che avrebbero dovuti essere smaltiti con grande impatto non solo economico, ma anche ambientale, sono, invece, finiti in laboratorio, dove, dopo diversi trattamenti, sono diventati strutture autoportanti per i bagni, o ripiani dei tavoli a varia destinazione per l'area espositiva. Un modello virtuoso, peraltro, non nuovo alla Reggia: la stessa azienda, infatti, aveva già utilizzato le stesse tecniche per realizzare le sedute sistemate nel vestibolo superiore del Palazzo e per le teche che ospitano, lungo il percorso di visita, alcuni giochi dei principi.

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