Serena Mollicone, ecco le confessioni
nell'udienza sul giallo di Arce

Serena Mollicone, ecco le confessioni nell'udienza sul giallo di Arce
di Angela Nicoletti
Sabato 17 Luglio 2021, 09:51
3 Minuti di Lettura

«Il figlio del maresciallo Mottola si fa le canne e spaccia bell'esempio per Arce. Prima o poi lo vado a denunciare». A riferire ai giudici le parole pronunciate da Serena Mollicone, una settimana prima di essere uccisa, è stato Michele Fiorletti, all'epoca dell'omicidio fidanzato della studentessa di Arce morta nel 2001. L'uomo, oggi 46enne, sotto giuramento e davanti alla Corte d'Assise ha ricordato i dubbi che la giovane gli aveva esternato riguardo uno degli imputati al processo: Marco Mottola, figlio dell'ex comandante della stazione di Arce che insieme al padre Franco e alla madre Anna Maria, deve rispondere di omicidio volontario.

A confermare quanto sostenuto da Michele Fiorletti anche la deposizione del maresciallo dei carabinieri Luigi Germani, oggi comandante della stazione di Capriati a Volturno in provincia di Caserta.

Il sottufficiale è stato convocato in qualità di amico di adolescenza di Marco Mottola. «Ho frequentato Marco e altri amici fino al 2000 perché poi ho iniziato a lavorare e successivamente mi sono arruolato. Eravamo spesso in piazza ma lui faceva parte di un gruppo che io ho definito quello dei fantastici'. I componenti facevano uso di cocaina e la spacciavano. Spesso andavano anche oltre e per questo ho preso le distanze».

Andare oltre, come verbalizzato da un interrogatorio del 2018 e confermato ieri in aula, stava a significare che in casa di Marco Mottola e in quelle degli altri componenti del gruppo, in assenza dei genitori, si svolgevano festini. «Marco e gli altri si vantavano di scambiarsi le ragazze - ha proseguito ancora il maresciallo Germani -. Ma tra queste non c'era Serena che si qualche volta era uscita con noi, ma in piazza. Serena non faceva uso di droghe». Un altro passaggio essenziale della deposizione del militare originario di Arce ha riguardato un aspetto caratteriale di Marco Mottola. «Spesso aveva scatti d'ira incontrollabili e dava pugni alle auto. Questo posso dirlo con certezza perché lo ha fatto davanti a me», ha precisato il comandante Germani che poi rispondendo a una domanda della difesa ricorda: «Si, Marco Mottola fino al 2000 aveva i capelli biondi con delle meches». Il dettaglio non è sfuggito agli avvocati della parte civile che hanno parlato di «udienza importante e che ha consentito di avvalorare la tesi dell'accusa riguardo le circostanze con cui è avvenuto l'omicidio di Serena».

«Quello che hanno sempre sostenuto Guglielmo e Consuelo Mollicone - sottolinea l'avvocato Sandro Salera - in questa aula sta trovando una conferma. Serena è stata uccisa perché aveva intenzione di denunciare quanto stava accadendo in paese». La deposizione di Michele Fiorletti ha consentito anche di ricostruire la giornata della scomparsa e come hanno avuto inizio le ricerche. «Avevo appuntamento con Serena dal dentista ma lei non si è presentata. Non mi sono preoccupato perchè non aveva il telefono cellulare perfettamente funzionante e nonostante io abbia chiamato a casa, non mi ha risposto». Invece Serena in quelle ore era già agonizzante. Le deposizioni sono avvenute alla presenza dei cinque imputati: l'ex comandante della stazione di Arce, Franco Mottola, il figlio Marco, la moglie Anna Maria, l'ex vice comandante della stazione Vincenzo Quatrale e l'appuntato Francesco Suprano. Il processo riprenderà a settembre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA