Studentessa ferita in aula a Caserta: era una ripicca per gelosia

Gli inquirenti: si sentiva isolata dal gruppo

Il «Buonarroti» il giorno dopo la rissa
Il «Buonarroti» il giorno dopo la rissa
Marilu Mustodi Marilù Musto
Giovedì 14 Dicembre 2023, 23:46 - Ultimo agg. 16 Dicembre, 07:20
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«Ho preso una sciarpa e ho tamponato le ferite. A. urlava dal dolore, invocava la mamma. Ho continuato a tamponare, lei mi diceva di avere tanto freddo. Stava perdendo sangue. Non mi sono dato per vinto, ho continuato a tamponare, ma adesso non mi sento un eroe, ho solo fatto ciò che ho imparato alla Croce rossa di Maddaloni». Vincenzo Sasso, 24 anni, studente del corso serale all’istituto tecnico “Michelangelo Buonarroti” di Caserta, ha soccorso per primo la diciottenne pugnalata alle spalle da una compagna di classe. Il giorno dopo, Vincenzo entra in aula nel primo pomeriggio per seguire la lezione di “amministrazione, finanza e marketing” nella classe accanto dove, mercoledì sera, si è consumata l’aggressione. La studentessa di 18 anni accoltellata dalla compagna minorenne è ancora ricoverata in prognosi riservata all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Una storia scioccante. Il movente è ancora poco chiaro.

L’ipotesi principale ruota intorno a un evento: la 17enne (responsabile del ferimento), poco prima pare fosse stata allontanata dal gruppo di classe perché “irruenta nei modi”, sempre in cerca di un pretesto. Si sarebbe, quindi, per ripicca scagliata contro la studentessa più rappresentativa del gruppo per pura gelosia nei suoi confronti. Colpire la leader per zittire e “punire” tutti gli altri. Un metodo barbaro che poteva costare la vita. Non c’è riscontro sulla possibilità di un ragazzo conteso, invece. Ciò che è certo, adesso, è che la diciassettenne, M. C., residente in un complesso di via Falcone è stata arrestata per tentato omicidio ed è rinchiusa nel carcere minorile di Nisida. Il pm della procura di Napoli ha convalidato l’arresto in flagranza disposto dai carabinieri di Caserta. Dolore e sgomento si “respira”, invece, nell’istituto “Buonarroti” dove nessuno vuole parlare. Vincenzo, il “soccorritore” della giovane vittima, vuole invece lanciare un messaggio: «Consiglio ai miei coetanei di seguire i corsi di salvataggio, posso restituire la vita alle persone». 

Poi racconta: «Mercoledì eravamo nelle nostre classi.

All’improvviso abbiamo sentito delle urla. Siamo usciti dall’aula e io mi sono trovato di fronte A. in corridoio che diceva: “voglio tornare da mia madre” e si chiedeva cosa avesse fatto di male per meritarsi tutto ciò. Da lontano ho intravisto l’altra ragazza che continuava a lanciare oggetti per aria. È stata disarmata dai docenti mentre io, invece, afferravo la mia sciarpa per tamponare il sangue dietro la nuca e sulla testa di A. Mi sono svestito, ho tolto anche la felpa e la maglia perché il sangue continuava a uscire e dovevo fermarlo. Poi, A. ha detto di sentire freddo. Ho chiesto a un docente di procurarsi dell’acqua nel caso avesse perso conoscenza. Per fortuna, i medici sono arrivati in tempo». 

Intanto, ieri, si è svolto un consiglio di classe straordinario al “Buonarroti” per decidere il provvedimento disciplinare per la diciassettenne protagonista dell’aggressione. Gli atti passeranno nelle mani del consiglio d’istituto al più presto. «Sono distrutta», ha dichiarato ieri la dirigente dell’istituto tecnico, Vittoria De Lucia. Sul caso, è intervenuto anche il vescovo di Caserta, Pietro Lagnese: «Siamo tutti colpevoli. Non solo chi ha estratto il coltello». Il prelato ha espresso «dolore e rammarico» per la vicenda, ripetendo le stesse parole usate ad agosto del 2022 durante l’omelia dei funerali del 18enne Gennaro Leone, accoltellato e ucciso in seguito a un banale litigio a Caserta da un ragazzo di un anno più grande.

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Sul caso del “Buonarroti” però, i sindacati chiedono un intervento. Questo il commento del segretario provinciale Cisl Scuola, Giovanni Brancaccio: «I lavoratori della scuola si sentono sempre più spesso soli e con strumenti inadeguati di fronte a comportamenti dilaganti». «L’approccio emozionale, del tutto episodico - ha continuato - tenuto fin qui dinanzi a un problema che sta diventando ordinario, rischia di non cogliere la portata e la gravità della situazione». Da tempo i sindacati chiedono l’istituzione di un Osservatorio sugli episodi di violenza nelle scuole.

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