Tassista accoltellato da cliente:
«Qui la notte è coprifuoco»

Tassista accoltellato da cliente: «Qui la notte è coprifuoco»
Martedì 8 Marzo 2022, 07:46 - Ultimo agg. 09:47
5 Minuti di Lettura

Non hanno nemmeno più voglia di parlare i tassisti di Caserta, di denunciare la loro condizione, di indicare i problemi che li affliggono. «Che ne parliamo a fare, tanto niente si può fare», sbottano in coro e il tono di voce si alza. Perché non è facile trattenere la rabbia, oggi ancor di più, dopo che un collega è stato accoltellato mentre era in servizio. E' accaduto domenica sera ma ieri la notizia è arrivata ai colleghi, appena giunti sul posto di lavoro in piazza. Loro attaccano alle 5.30 di mattino, con la prima corsa dei treni, per rimanere in zona fino alle «11 di sera, al massimo mezzanotte, perché i treni si fermano, tutto chiude e anche i lampioni sono spenti», come afferma Mario Centore, un tassista che di notte non lavora. «Noi non possiamo rischiare anche di notte e poi non c'è nessuna garanzia che ci siano chiamate e qui, a una certa ora, nemmeno in bagno possiamo andare». E allora dopo la mezzanotte a Caserta non ci sono le auto bianche per servire chi deve spostarsi sul territorio.

«E come possono esserci sbottano in coro se poi restiamo svegli senza lavorare e il giorno dopo i soldi chi li porta a casa»? Una soluzione ci sarebbe: «Ci dessero un incentivo, anche cinquanta o sessanta euro per tre tassisti in modo da coprire il turno di notte con il minimo di sicurezza che potremmo assicurarci tra noi guardandoci le spalle e controllandoci gli uni con gli altri.

Allora sì, avrebbe un senso, perché se anche non ci fossero clienti almeno un minimo di compenso da portare alla famiglia ci sarebbe». Una richiesta, questa, che fanno tutti i tassisti presenti in piazza. Tassisti arrabbiati con tutti, con gli automobilisti che parcheggiano nei loro stalli costringendoli a mettere le macchine in seconda fila o in sosta vietata «e poi ti multano o ti richiamano per questo ed inutile è anche contattare i vigili urbani perché non vengono o arrivano quando ormai l'automobilista è andato via».

Arrabbiati con «i poliziotti che controllano solo se abbiamo i documenti a posto», con le forze dell'ordine tutte «che ci fermano se trasportiamo qualcuno sospetto e mentre lo lasciano andare a noi chiedono licenza e patente e ci ammoniscono perché certe persone dovrebbero non essere trasportate». «Ma io - afferma Massimo Lauria - che ne so che quello deve andare a comprare la droga e poi tornare a Caserta carico. Io faccio il mio lavoro altrimenti come campo». Massimo abita a Napoli, ma presta servizio a Caserta «perché la licenza qui costa meno, ma la zona del Napoletano è migliore, ci sono più clienti, c'è più gente». Più gente significa per Massimo, e non solo, più controllo, più possibilità di evitare che qualcuno possa farti del male mentre sei in attesa del cliente e, ovviamente, più corse e dunque un maggiore guadagno. «In questa piazza non ci sono controlli mai né la mattina figuriamoci la sera continuano anche le luci sono spente di notte, i lampioni davanti alla stazione sono rotti».

«E poi il telefono - sottolinea Mario Centore - non è illuminato. Dovrebbe essere cambiato secondo quanto detto anche dalla polizia ferroviaria e messo sotto la pensilina, ma niente, è sempre lo stesso, che non si sente bene con il vivavoce e non registra nemmeno le telefonate, cosa che potrebbe garantirci una maggiore sicurezza. Intanto qui la sera soprattutto non conviene stare e poi perché, solo per offrire qualche sigaretta ai pochi passanti che la chiedono? E allora fatta una certa ora tutti a casa».

Domenica sera infatti, c'erano solo due tassisti in zona. Antonio e Domenico Caliendo. «Mentre ero nel bar che aveva le serrande chiuse, Antonio ha preso un cliente, ma io non ho visto chi fosse. Stamattina ho saputo della notizia». Domenico racconta del rischio di lavorare quando scende la notte: «Certo dopo le 22 c'è un poco di paura, di perplessità in più. A me non è mai capitato di essere stato aggredito dice ma di non essere stato pagato sì, molte volte. E allora ho iniziato a chiedere i soldi prima di partire così si evitano questioni dopo». Una strategia, quella adottata da Domenico, che però non impedisce, a chi ne ha intenzione, di mettere a segno una rapina e in quel caso Domenico non saprebbe cosa fare se non arrendersi: «Non posso difendermi in alcun modo da questa evenienza». E nessuno può farlo. Intanto in piazza una misura di sicurezza c'è: sono le telecamere posizionate sotto la stazione. «Di certo quelle hanno filmato l'uomo che è entrato nel taxi di Antonio domenica sera. La polizia dicono ancora in coro potrebbe visionarle invece di chiedere a noi che non eravamo presenti».
lui. con.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA