A Teano, l'opposizione continua ad attaccare l'operato del governo cittadino, presieduto dal sindaco Dino D'Andrea. Questa volta, a scatenare la rabbia della minoranza sidicina è stata una vicenda alquanto singolare. All'interno degli uffici comunali teanesi, infatti, i dipendenti sono stati costretti a lavorare con gli ombrelli aperti, a causa delle infiltrazioni delle acque che cadono dal soffitto. Una storia triste e, sfortunatamente, tutta «made in Teano». Il municipio del centro storico, ad oggi, si ritrova in una condizione critica: le perdite d'acqua hanno contribuito a danneggiare una struttura obsoleta. I soffitti sono fradici: ora bisognerà trovare una soluzione immediata per permettere alle persone di lavorare in sicurezza al loro ritorno in ufficio, dopo il weekend.
Dure le accuse rivolte all'amministrazione D'Andrea.
Il gruppo di Di Benedetto, inoltre, si è soffermato sulla vicenda relativa al crollo del palo dell'illuminazione pubblica della frazione Scalo. A qualche giorno di distanza dall'accaduto, lungo via Giusti non è stato effettuato alcun lavoro di restauro. Al posto del palo, ora è possibile trovare, al fianco della carreggiata, un bidone di plastica rosso, che copre la voragine lasciata dal crollo. Il movimento dell'opposizione ha dichiarato: «Questo evento, fortunatamente senza conseguenze tragiche, dà la giusta dimensione ai fatti del recente e inglorioso passato e restituisce dignità alle nostre segnalazioni che riguardavano, tra l'altro, anche l'insicurezza elettrica della linea. Durante l'esecuzione di tali lavori, lamentammo la violazione delle norme per la tutela dell'incolumità pubblica. Il progetto e la variante sono stati approvati dalla giunta, composta dagli amministratori e non dai tecnici, senza inoltre contare che il sindaco è tenuto a intervenire qualora si rilevi l'esistenza di pericoli, che minacciano l'incolumità pubblica. Quello che è successo a Teano Scalo non è un fenomeno isolato. Basti notare che, nonostante le nostre esternazioni sulla reale sicurezza della scuola di San Marco, i genitori e i lavoratori continuano a frequentare quegli ambienti non a norma».