Sospesi tra il desiderio di ricevere «quella» telefonata, la paura dell’intervento, l’angoscia quotidiana delle terapie e dei farmaci. Per non parlare del senso di colpa: spesso, la prospettiva di una vita migliore è annodata alla fine prematura della vita di un altro. L’attesa di un trapianto è una fase complessa, scandita da emozioni contrastanti: bisogna gestire qualcosa che non si conosce e che non si sa se e quando arriverà.
Per N.R., pensionato 61enne di Caturano, popoloso quartiere di Macerata Campania, per fortuna, quella telefonata è arrivata: l’ha ricevuta sabato sera.
La Prefettura si è rivolta all’Aeronautica militare; la forza armata dei cieli ha predisposto un aereo in partenza da Capodichino, un Falcon 900 del 31esimo Stormo di Ciampino. La richiesta è stata rivolta, come da procedura, alla Sala situazioni di vertice del Comando della squadra aerea, sala operativa deputata a gestire questo tipo di missioni, con l’attivazione di uno dei velivoli pronti 24 ore su 24, disseminati in varie basi d’Italia, per questo genere di necessità. All’aeroporto di Napoli l’uomo è arrivato scortato dai carabinieri; tutto è filato con un sincronismo perfetto: alle 02:00, dopo poco più di un’ora di volo, il 61enne era già a Milano Linate; e lì ha trovato un’ambulanza, che, a sirene spiegate, lo ha portato in ospedale. Il trapianto di fegato è un intervento di alta chirurgia, con cui si sostituisce l’organo malato con uno sano di una persona donatrice. Data l’enorme richiesta, i candidati al trapianto sono scelti dopo una lunga serie di esami specifici. Se al termine delle indagini la persona risulta idonea all’intervento, è inserito in una lista d’attesa e chiamata non appena possibile.
L’operazione è molto lunga e richiede un’equipe di medici esperti. Ma, se non insorgono complicazioni, come rigetto o infezioni, in poche settimane, il paziente può tornare a condurre una vita normale. Quegli ultimi chilometri prima di Pavia ad N.R. saranno sembrati interminabili. Per chi, magari da anni e anni, attende un trapianto l’orologio non misura più una dimensione reale; il tempo assume un peso differente rispetto a quello percepito dagli altri. Diventa un tempo della mente, legato alla speranza e all’angoscia. Nel nostro Paese, ogni anno, si effettuano circa 3900 trapianti, di cui un terzo sono di fegato. I dati sono in crescita e stanno avendo un impatto positivo sulle liste d’attesa, in calo anche nel 2020. Grazie al sistema di registrazione collegato alla carta d’identità elettronica, sono aumentate pure le dichiarazioni di volontà alla donazione espresse in vita dai cittadini. L’anno scorso i favorevoli sono stati 5 milioni e 600mila.