Santa Maria Capua Vetere: ucciso per aver reagito a rapina, scarcerazione bis per il basista

Il delitto di Pasquale Guarino risale al 2015

Pasquale Guarino
Pasquale Guarino
di Biagio Salvati
Giovedì 7 Settembre 2023, 09:55 - Ultimo agg. 11:55
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Annullata ancora una volta l'ordinanza cautelare per Roland Turshilla, l'albanese finito in carcere agli inizi di agosto dopo la riapertura delle indagini in relazione alla sua accusa di presunto basista del delitto (con tentata rapina) di Pasquale Guarino, commesso tra Santa Maria Capua Vetere e San Tammaro nel settembre del 2015. I banditi cercarono di rapinare 3.000 euro frutto della vendita al mercato ortofrutticolo di Maddaloni. Ad oggi, dunque, Roland appena scarcerato e suo cugino Argit - condannato in Appello a 22 anni per lo stesso delitto, scarcerato a giugno scorso - sono entrambi liberi in attesa del processo.

Roland ne affronterà uno nuovo dopo la precedente archiviazione mentre Argit dovrà attendere un nuovo processo in Appello, in quanto dopo il ricorso in Cassazione sono trascorsi i tempi tecnici cosiddetti di "fase" che hanno fatto decadere la restrizione.

Roland Turshilla era stato di nuovo incriminato sulla base di elementi che la difesa (avvocati Antonio Mirra e Claudio Romagnoli), ha contestato davanti alla XII sezione del Tribunale della Libertà. Sono dunque caduti i gravi indizi per trattenere ancora in carcere l'albanese che - stando alle prove presentate dai legali - si sarebbe preoccupato di aiutare la vittima (aveva la maglietta sporca di sangue) e di fermare un'auto per i soccorsi. Del tutto insignificanti poi le conversazioni tra lui ed il cugino quel giorno, in quanto si contattavano abitualmente.

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Roland era stato già arrestato dai carabinieri nel 2017 e per la seconda volta agli inizi dello scorso agosto, proprio a Santa Maria dove vive con moglie e figlio con l'accusa di omicidio volontario aggravato, rapina e tentata rapina aggravata. I carabinieri sono sulle tracce di un terzo componente della banda. Per Roland Turshilla, cugino dell'imputato, su spinta della parte civile rappresentata dall'avvocato Dezio Ferraro, la Corte di Assise trasmise alla Procura un fascicolo con una ipotesi di falsa testimonianza. I giudici disposero anche una provvisionale di 300mila euro da risarcire in separata sede a favore dei due figli della vittima e della vedova, Lucia Cocoro che si è battuta sin dal primo giorno per chiedere che fosse fatta giustizia quanto prima per la morte del marito. 

 

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