I turisti ci sono, ma la città non se ne accorge. Questo, in estrema sintesi, il bilancio della prima vacanza primaverile post Covid a Caserta. Perché i visitatori, che c'erano eccome a pasqua e Pasquetta con il tutto esaurito negli alberghi e nei b&b, non vivono e, anzi, spesso, neppure entrano in città.
«Possiamo dire di essere tornati alla Pasqua 2019», è la testimonianza di Daniele Garofalo, responsabile di tre fra le più importanti strutture alberghiere casertane (Vanvitelli, Royal e Novotel). Un successo che deve molto alla Reggia, ma tanto anche al pienone che si è verificato a Napoli. «Quando a Napoli non c'è più ricettività, Caserta è la prima città ad essere presa in considerazione dai turisti, che, poi, da qui si spostano nel resto della regione», aggiunge Garofalo. Ed è solo il primo assaggio. «Per il prossimo ponte del 25 aprile, abbiamo richieste forse ancora più numerose di quelle arrivate per le festività pasquali», sottolinea.
Un'inversione di tendenza che si aspettava ma che, purtroppo, continua a giovare poco alla città. «Sinceramente di turisti non ne abbiamo visti in negozio», è la testimonianza della responsabile del negozio di abbigliamento per bambini, Printemps.
Mentre la città è ancora al palo dal punto di vista turistico. Come rileva ancora Garofalo. «Nel 2019, con i grandi numeri che stava facendo la Reggia, si era appena cominciato a sentirsi e a comportarsi come città turistica, quando nel 2020 tutto si è fermato. E ora è come se fossimo all'anno zero». Così, bisogna cercare di riprendere il passo, quello interrotto dal Covid. Ma bisogna fare in fretta e, soprattutto, insieme. Perché, ciò che manca è ancora una volta la sinergia, la visione, la collaborazione fra enti, istituzioni, operatori economici e anche fra gli stessi attrattori turistici. Lo sottolinea Francesco Marzano, imprenditore del settore. «Con una migliore organizzazione si possono ottenere ricadute significative. Solo per fare un esempio: perché non approfittare dell'attesa del proprio turno per la visita alla Reggia per recarsi a San Leucio, o all'Acquedotto carolino, a Casertavecchia, all'Anfiteatro o alla Basilica di Sant'Angelo in Formis? Il problema è che ognuno degli attrattori turistici pensa per sé». Difficile, allora, con questa visione miope, far capire che «oltre la Reggia c'è di più». Anche perché senza servizi, come un trasporto efficiente e dedicato fra i siti turistici, i parcheggi, e un coordinamento fra quanti operano nel settore, sarà difficile accrescere l'appeal della città, nonostante la grande bellezza che ospita.