Nel segno di Massimo Troisi la formazione dei professionisti del Cinema

Il Suor Orsola Benincasa in campo

Massimo Troisi e Lello Arena in "Scusate il ritardo"
Massimo Troisi e Lello Arena in "Scusate il ritardo"
di Lucio d'Alessandro
Giovedì 16 Febbraio 2023, 08:58 - Ultimo agg. 12:41
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L'occasione del settantesimo anniversario della nascita di Massimo Troisi, con l'attribuzione della laurea honoris causa alla memoria da parte dell'Università Federico II e il bel libro "Non ci resta che Massimo" edito da Il Mattino e distribuito gratis sabato e domenica con il quotidiano, ha favorito l'intensificarsi di interventi e riflessioni sulla condizione del cinema, e in particolare sulla formazione al cinema a Napoli e in Campania. Molti tra i registi, gli sceneggiatori e gli artisti che hanno fatto della "scuola campana" la più ricca fucina del cinema di ricerca del nostro Paese, sono tornati a chiedere un intervento diretto della Regione non soltanto per finanziare le produzioni più promettenti, ma anche per investire sulla formazione.

Da qualche tempo si ragiona, in questa prospettiva, sul progetto di una "Scuola pubblica dei mestieri del cinema", che possa offrire un percorso formativo, curato sotto l'egida della Regione - da una Film Commission virtuosa come quella che la Campania può oggi vantare nel panorama nazionale, a un costo di partecipazione per gli utenti ridottissimo o quasi nullo.
Investire su un settore che è tra l'altro capace di valorizzare il nostro imponente patrimonio materiale e immateriale (si pensi ad esempio ai flussi generati dal movie tourism, ossia il viaggio alla scoperta delle ambientazioni in cui si svolgono le vicende di film e serie televisive) è senz'altro necessario. È tuttavia lecito chiedersi se è il caso, come troppo spesso si tende a fare in Italia, di reinventare la ruota ad ogni giro, o se conviene invece far girare al meglio le ruote che già esistono.

Fuor di metafora, va intesa soltanto come una sana provocazione a fare di più e meglio la dichiarazione dei nostri autori e artisti del cinema, nel documento inviato al governatore De Luca, che dipinge la Campania come «l'unica tra le grandi regioni italiane a non offrire una formazione cinematografica strutturata», con vocazione professionalizzante. Insieme con un'istituzione statale come l'Accademia di belle arti di Napoli, che offre un percorso superiore di formazione al cinema e all'audiovisivo, esistono infatti strutture molto qualificate, private e pubbliche, che formano al cinema coinvolgendo spesso, perché possano trasferire la loro passione e le loro competenze, molti di quegli stessi autori e artisti che a buon diritto chiedono un maggiore investimento per la formazione ai mestieri del cinema.

Mi corre l'obbligo di ricordare anche per dovere verso i molti professionisti del settore che vi si sono formati o vi si stanno formando che l'Università Suor Orsola Benincasa ha investito da molti anni in un indirizzo del corso di laurea in Scienze della Comunicazione dalle molte valenze formative, tra cui quella di accompagnare gli studenti fino al Master in Cinema e Televisione, un corso quest'ultimo basato esclusivamente sulla realizzazione, da parte degli allievi, di lavori audiovisivi professionali: cortometraggi, docufilm, format Tv. I docenti del master sono professionisti provenienti da Rai, Mediaset, Indigo Film, Real Time Discovery Italia, Agon Channel, Blue Film, Eskimo Film, Village Doc&Films. È notizia recente che ben dodici tra i "maestri" di questa Scuola, diretta da produttore premio Oscar Nicola Giuliano, abbiano ottenuto una nomination ai David di Donatello 2022. Si tratta dunque di una formazione altamente professionalizzante, con stage esterni in produzioni di rilievo nazionale, al cui mantenimento concorrono solo in parte le tasse versate dagli studenti (con evidente sacrificio delle famiglie) ad integrazione delle spese che l'Ateneo deve sostenere per tenere in vita una struttura-officina, nella quale professionisti dell'audiovisivo lavorano accanto agli allievi, nella quale le strumentazioni da rinnovare di anno in anno, insieme con il personale necessario per la realizzazione tecnica dei lavori, comportano un ingente investimento.

Pensare a dei voucher regionali per gli allievi di questa Scuola, o valorizzare al meglio il suo Centro di produzione all'avanguardia per formare altre professionalità (operatori di macchina, tecnici delle luci e del suono, montatori ecc.) potrebbe essere un punto di partenza concreto e immediatamente attuabile. Tanto più che la collaborazione con la Film Commission è già molto stretta, anche in virtù dell'attrattività degli spazi della storica cittadella di Suor Orsola come set cinematografico e televisivo (dal "Giovane favoloso" di Martone ai "Bastardi di Pizzofalcone").

Di fronte a questi esempi virtuosi a cui altri potrebbero aggiungere l'Accademia di belle arti di Nola, l'Its Bact di Napoli e altre ancora , auspicare semplicemente la nascita di un nuovo e diverso percorso di formazione appare una soluzione anti-economica e francamente dispersiva. Meglio attribuire valore anzitutto alle opere che la comunità territoriale ha già realizzato, anche con la collaborazione fattiva delle istituzioni, e poi aggiungere quanto si rivela mancante. Meglio, insomma, fare rete: qualcosa di cui abbiamo poca tradizione, quanto grande bisogno.

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ltrimenti rischiamo per restare nell'immaginario cinematografico di ritrovarci racchiusi nell'incubo di Bill Murray (si ricorderà anche il bel remake con Antonio Albanese), di chi è costretto a rivivere ogni giorno lo stesso giorno, in un frenetico e deprimente Ricomincio da capo.
 

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