Massimo Troisi, «Buon compleanno Massimo» in onda venerdì su Raitre: «Troisi raccontato da chi lo conosceva bene»

Il documentario di Marco Spagnoli lascia che a ricordare il mattatore siano Renzo Arbore, Jerry Calà, Ferzan Ozpetek e Nino D'Angelo

Massimo Troisi
Massimo Troisi
di Alessandra Farro
Mercoledì 15 Febbraio 2023, 11:00
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Si moltiplicano gli omaggi a Massimo Troisi, che avrebbe compiuto 70 anni il 19 febbraio. Appena uscito il film del nipote Gaetano Veneruso, anteprima ieri a Napoli, auditorium di Bagnoli, alla presenza del sindaco Gaetano Manfredi, per «Buon compleanno Massimo», in onda venerdì 17 alle 21.15 su Raitre. Il documentario del partenopeo Marco Spagnoli, classe 70, lascia che a ricordare il mattatore siano Renzo Arbore, Jerry Calà, Ferzan Ozpetek e Nino D'Angelo, che l'hanno conosciuto bene, con il fil rouge della voce narrante di Maurizio De Giovanni.

«Non è un racconto biografico su Troisi», dice Spagnoli a proposito del docufilm prodotto da Samarcanda Film, in collaborazione con Rai Documentari, Film Commission Regione Campania e Ufficio Cinema del Comune di Napoli, «ma sull'eredità che ha lasciato.

Ci sono artisti che, anche se scompaiono dalla terra, non se ne vanno mai, lui è tra questi. Ha cambiato i paradigmi della napoletanità come pochi altri grandi hanno fatto, era giusto dedicare a lui un racconto gentile e corale. Abbiamo scelto de Giovanni come narratore perché era importante che collocasse storicamente l'artista nel contesto giusto. È facile parlare dei geni quando lo sono già diventati, ma è difficile ricordare il percorso che hanno compiuto per arrivare ad esserlo. Troisi ha intrapreso una strada non semplice ed è stato straordinariamente bravo a sconvolgere in maniera positiva prima il mondo della tv e poi quello del cinema. È napoletano, certo, ma è un'artista globale. Era un ragazzino di San Giorgio a Cremano nato da una famiglia modesta e ha conquistato il mondo. Quando ci si lamenta che le cose vanno male, ci si dovrebbe fermare a riflettere sulle persone che nonostante le difficoltà non si sono arrese, come Massimo, che incarna il paradigma dell'uomo del Sud che non si ferma e conquista tutti grazie al suo talento e alla sua energia», continua Spagnoli. 

«Voleva diventare un calciatore, ma non gli è stato possibile, e ha cambiato i suoi piani», ricorda il regista: «Parlare di riscatto come spesso si fa con chi è del Sud e ce l'ha fatta è sbagliato, perché presuppone che ci fosse qualcosa di cui vergognarsi, mentre lui non doveva riscattarsi da niente: non dalla sua periferia, non dal pallone abbandonato, ha semplicemente cambiato traettoria, lasciandoci anche un'eredità tangibile: i suoi film, le interviste, gli sketch, le poesie».

Per Spagnoli «la cultura è come una staffetta olimpica: c'è un passaggio di testimone che non tutti sono in grado di accogliere. Napoli è sempre stata la città che ha sorpreso il resto del mondo con i suoi talenti da Totò, a Scarpetta, dai De Filippo allo stesso Troisi. Arriverà qualcun altro, forse non bravo come lui, ma che riuscirà a sorprenderci. È successo in passato e non è possibile che non succeda più. Magari questa volta sarà una donna, sarebbe anche il momento di cambiare i paradigmi del racconto». 

 

Intanto venerdì sarà presentato al Festival di Berlino, per uscire nei cinema il 23 febbraio, «Laggiù qualcuno mi ama», il docufilm di Mario Martone su Troisi; «Sono un grande fan di Mario, un grande autore di calibro internazionale. Io faccio cose diverse e sarò il suo primo spettatore non appena il film sarà in sala. Ho iniziato a lavorare al progetto prima di lui, poi ho saputo del suo. Ma sono in competizione solo con me stesso e non sono così scemo da mettermi in gara con artisti che realizzano grandi storie».

E dopo Troisi... Pino Daniele, quasi inevitabilmente, anche se le musiche di «Buon compleanno Massimo» sono firmate da Eugenio Bennato: «Con Stefano Senardi, storico discografico con cui ho realizzato “La voce del padrone” su Battiato adesso candidato ai Nastri d'Argento, a un documentario sul Nero a Metà, che racconti le origini del musicista negli anni del neapolitan power, ma si tratta di un progetto ancora allo stato embrionale». 

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