Addio ad Antonia Susan Byatt, scrittrice del «revival» vittoriano

L'autrice britannica aveva 87 anni. Con il celebre romanzo 'Possessione' (pubblicato in Italia da Einaudi come anche le sue altre opere più famose) vinse il Booker Prize nel 1990

Antonia Susan Byatt
Antonia Susan Byatt
Venerdì 17 Novembre 2023, 20:16 - Ultimo agg. 20:19
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La scrittrice britannica Antonia Susan Byatt, che con i suoi romanzi e i racconti ha dato nuova vita all'epoca vittoriana con uno stile raffinato quanto elegante, è morta all'età di 87 anni. Lo ha annunciato il suo editore Penguin Random House che la ricorda come «uno degli scrittori e critici più significativi del nostro tempo». Con il celebre romanzo 'Possessione' (pubblicato in Italia da Einaudi come anche le sue altre opere più famose) vinse il Booker Prize nel 1990: un trionfo inaspettato che portò pure a un film nel 2002, diretto da Neil LaBute e interpretato da Gwyneth Paltrow.

La storia si incentra su due giovani studiosi di letteratura dell'Inghilterra contemporanea che, partendo da due lettere, ripercorrono i passi di un uomo e una donna vissuti un secolo prima e ne ricostruiscono la vicenda d'amore finendo per sovrapporla alla loro. Un'opera che insieme ai racconti di 'Angeli e insetti' (diventato un film nel 1995 diretto da Philip Haas) e a un altro romanzo come il 'Libro dei bambini' definisce la cifra letteraria di Byatt, capace di insinuarsi nelle pieghe della psicologia dei suoi personaggi e tra i particolari, gli oggetti, la natura, la cultura del mondo circostante, facendoci entrare con leggerezza e profondità il lettore, tutto sempre sullo sfondo di avvenimenti e costume di un ben preciso periodo storico, solitamente i decenni a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento. Ma la scrittrice è ricordata anche per le sue fiabe, come quelle contenute in 'Zucchero, ghiaccio, vetro filato', con elementi naturalistici, fantastici e autobiografici.  «Piangiamo la sua perdita, ma è di conforto sapere che le sue opere penetranti abbaglieranno, brilleranno e si rifrangeranno nelle menti dei lettori per le generazioni a venire», ha dichiarato la sua editor Clara Farmer.

Nata nella città inglese di Sheffield nel 1936 e formatasi all'Università di Cambridge, Byatt insegnò alla Central School of Art and Design e allo University College di Londra tra il 1972 e il 1984, per poi dedicarsi interamente alla scrittura di narrativa pur mantenendo un grande interesse per la critica letteraria. «Non sono un'accademica che ha scritto un romanzo - disse in un'intervista nel 1991 - sono una scrittrice che sembra essere abbastanza brava dal punto di vista accademico». Il suo nome da nubile era Antonia Susan Drabble e nel 1959 sposò l'economista Ian Byatt. Da lui divorziò dieci anni dopo ma ne volle mantenere il cognome sulle sue opere - in tutto 11 romanzi e sei raccolte di racconti - nonostante le nuove nozze con Peter John Duffy. Nella sua lunga carriera vinse una serie di prestigiosi riconoscimenti, dal premio Hans Christian Andersen nel 2018, all'italiano premio Malaparte nel 1995, oltre al Booker Prize, e nel 1999 arrivò anche il titolo onorifico di dama per i meriti culturali. Inoltre il suo nome è stato considerato fra i possibili candidati al premio Nobel per la Letteratura.

Byatt osò anche criticare nel Regno Unito la popolarissima saga di Harry Potter scritta da JK Rowling, a suo avviso rivolta a «persone la cui immaginazione è confinata ai cartoni animati televisivi e al mondo delle soap, ai reality televisivi e ai pettegolezzi sulle celebrità».

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