Aldo Schiavone, Cleopatra e ​l'arte della seduzione per conquistare il potere

L'ultimo saggio dello storico napoletano

Cleopatra
Cleopatra
di Ugo Cundari
Domenica 24 Dicembre 2023, 10:00 - Ultimo agg. 10:57
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Sfrontata e pronta a tutto pur di ottenere quello che voleva da un «mondo dominato dal maschile», Cleopatra, amante di Giulio Cesare e Marco Antonio, fu donna senza scrupoli bramosa di potere, e questa è l'immagine arrivata fino a noi. Ma prima di tutto questo fu abile e scaltra politica. Il suo era un progetto di conquista ambizioso, che per poco non riuscì a realizzare, ossia spostare a Oriente, nel suo Egitto, l'asse del potere del mondo di quei tempi, un secolo prima di Cristo.

«Oltre le vicende di sesso e, semmai, di passione, dietro il personaggio Cleopatra si nascondeva una mente capace di un'architettura politica molto sottile. Fu una donna ambiziosa che diede scandalo, prima ancora che per la sua frivolezza, per l'intelligenza, l'ambizione e la libertà di cui ha sempre dato prova» scrive lo storico napoletano Aldo Schiavone nel saggio dallo stile romanzato Cleopatra (Einaudi, pagine 192, euro 23) che chiude il trittico di biografie dedicate a «figure in penombra» dove c'è bisogno di aggiustare la «luce dell'interpretazione» dopo Spartaco (2011) e Ponzio Pilato (2016). 

La regina egiziana fu una delle prime grandi menti politiche femminili di tutti i tempi ed è arrivato il momento di «riuscire a perforare la coltre di deformazioni e di stereotipi messi in campo da una cultura antica quella greco-romana di fronte a un fatto per essa eccezionale e inaudito: una specie di sovvertimento totale dell'ordine costituito, di cui bisognava a tutti i costi depotenziare ed esorcizzare il ricordo, o almeno cercare di orientarlo in direzioni meno pericolose». 

Gli antichi l'avevano battezzata «regina meretrice» (Properzio), «orrendo prodigio del fato da incatenare» (Orazio), Dante l'apostrofò come «la lussuriosa».

Schiavone non nega che Cleopatra sia stata una grande seduttrice, spregiudicata nello sfruttare le sue doti fisiche fin da ragazza. Oltre il corpo, c'era di più però. Prima che una donna sensuale, pronta a tradire, era una donna dalle idee molto chiare, una stratega militare pronta a rischiare il tutto per tutto in ogni battaglia. Questo racconta Schiavone sulla base di fonti antiche grazie alle quali ricostruisce sette fatti storici.

La notte prima della battaglia di Azio. L'incontro con Cesare, ad Alessandria, nell'autunno del 48. Il giorno della morte di Cesare, trascorso dalla regina nella sua villa romana immersa nei giardini di Trastevere con tutti gli occhi dei senatori puntati su di lei, temendo la sua reazione.

Il primo incontro con Antonio, a Tarso, in Cilicia, sulle rive del Cidno, in un giorno d'estate del 41. La ripresa dei rapporti con lui, nell'estate del 37, ad Antiochia. La giornata di Azio, il 2 settembre del 31. Il colloquio tragico con Ottaviano Augusto e il suicidio ad Alessandria, nel palazzo dei Tolomei, fra l'8 e il 10 agosto del 30, compiuto anche se era sorvegliata a vista. 

L'aspide dal quale si fece mordere il braccio nudo le fu consegnato nascosto in una cesta di fichi un contadino. E pure vicina all'ora della sua morte, di fronte all'indifferenza dello sguardo del suo tesoriere Seleuco, Cleopatra si dimostrò la leonessa che era, minacciandolo con queste parole, come le tramanda Shakespeare in «Antonio e Cleopatra»: «Vattene o ti mostrerò le braci del mio animo in mezzo alle ceneri della mia fortuna».

Cleopatra fu anche donna capace di grande amore, Schiavone ne è convinto e cita le sue parole, riportate da Plutarco, sulla tomba di Antonio: «Se innumerevoli sono i miei mali, nessuno è così grande e atroce quanto questo breve tempo che ho dovuto vivere senza di te. In vita nulla ci separò». 

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