Domenico Cirillo e l’iscrizione all’Accademia fondata da Benjamin Franklin

Alcuni ritrovamenti archivistici suggeriscono che tale elezione non si sia perfezionata per un banale errore di trascrizione

Angelica Kauffman, Ritratto di Domenico Cirillo, 1784-1786
Angelica Kauffman, Ritratto di Domenico Cirillo, 1784-1786
Marco Perillodi Marco Perillo
Venerdì 30 Dicembre 2022, 17:32 - Ultimo agg. 17:56
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Ci sono occasioni irrimediabilmente perse per la cultura napoletana nel mondo, come il mancato Nobel per la letteratura a Roberto Bracco. Per altre occasioni, invece, siamo ancora in tempo. È il caso dell’elezione di Domenico Cirillo, medico, naturalista e patriota napoletano della Repubblica del 1799, come socio dell’American Philosophical Society, prestigiosa accademia statunitense, fondata da Benjamin Franklin nel 1743. 

Alcuni ritrovamenti archivistici suggeriscono che tale elezione non si sia perfezionata per un banale errore di trascrizione, avvenuto nel 1768. Questo è quanto dichiarato dal prof. Amedeo Arena, ordinario presso l’Università degli Studi di Napoli  Federico II e fellow presso gli Archivi storici dell’Istituto Universitario Europeo, in occasione dell’ultimo incontro del ciclo “Domenico Cirillo, naturalista, medico e patriota del 1799”, organizzato dall’Accademia Filangieri Della Porta in collaborazione con il Museo delle Arti Sanitarie e di Storia della medicina di Napoli, con il contributo della Regione Campania ed il patrocinio del Ministero della Cultura, del Comune di Napoli, della Città di Vico Equense, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, del Distretto Rotary 2101 Italia e del Rotary Club Napoli.

«Nei verbali dell’American Philosophical Society - racconta il prof. Arena - si fa riferimento ad una lettera in cui Cirillo ringrazia John Morgan, illustre medico di Filadelfia, per averlo proposto come socio di tale accademia. Peccato che il nome di Cirillo non figuri nei registri dell’American Philosophical Society. Invece, vi compare quello di un ignoto ‘Professor Famitz’ di Napoli, di cui non vi è riscontro negli archivi della nostra Università o nei registri delle principali società scientifiche del tempo».

Immagine di sfondo: Angelica Kauffman, Ritratto di Domenico Cirillo, 1784-1786

Come è possibile che il nome di “Cirillo” possa essere stato confuso con quello di “Famitz”? «Questa singolare vicenda - spiega Arena - ebbe inizio con una lettera del 1767 in cui il Console britannico a Napoli, Isaac Jamineau, invitava Morgan ad avviare una corrispondenza con ‘My family physician … Professor of Botany here … to whom this university is oblig’d for the introduction of Linneas’ System’ (il mio medico di famiglia … professore di botanica qui [a Napoli], al quale questa università è grata per aver introdotto la tassonomia di Linneo). Morgan, che era stato a Napoli nel 1764, deve aver riconosciuto in tale descrizione Cirillo, titolare dal 1760 della cattedra di Botanica presso l’Università di Napoli e corrispondente del naturalista svedese Carlo Linneo, e ne propose la nomina a socio, inoltrando la lettera di Jamineau all’Accademia di Filadelfia quale prova della fama internazionale di cui godeva Cirillo. Chi si occupò di dare seguito a tale proposta, però, deve aver frainteso la lettera di Jamineau, scambiando le parole ‘My Family Physician’ per ‘Mr Famitz Physician’ e procedendo così all’iscrizione di questo ignoto studioso ‘Famitz’, invece di Cirillo, nel libro dei soci».    

Insomma, si sarebbe trattato di un banale errore materiale. «Tale ipotesi ricostruttiva, che riprende e sviluppa le considerazioni di studiosi del calibro di Antonio Pace e Whitfield Jenks Bell Jr, sembra trovare conferma nell’esame della lettera di Jamineau, della quale sono riuscito ad entrare in possesso grazie alla preziosa collaborazione degli archivisti del Philadelphia College of Physicians.

La grafia del Console britannico non risulta di agevole comprensione, ma dal confronto con altri passi della lettera pare che egli avesse effettivamente scritto ‘Family’ e non ‘Famitz’: la penultima lettera è una ’t’ e non una ‘l’, in quanto priva del trattino orizzontale, presente invece in tutte le altre ’t’ del documento; l’ultima lettera è una ‘y’ e non una ‘z’, come risulta dal confronto con le ultime lettere delle parole ‘university’ e ‘botany’ contenute nella stessa frase». 

Quali potrebbero essere le implicazioni di tali riscontri? «Ho informato l’American Philosophical Society e mi hanno riferito che, sebbene le iscrizioni postume non siano consentite, la rettifica di errori materiali di iscrizioni già perfezionate è in linea di principio possibile, anche se si tratterebbe della prima volta nella storia per un’associazione attiva da oltre due secoli e mezzo».

Di qui l’idea di lanciare una petizione a Linda Greenhouse, presidente della American Philosophical Society: «Il riconoscimento del napoletano Domenico Cirillo quale primo socio italiano della più autorevole società scientifica statunitense” ha dichiarato il prof. Arena “rappresenterebbe il suggello della rilevanza internazionale che la cultura napoletana aveva già nel ‘700 e del profondo legame che unisce gli Stati Uniti e Napoli, ove non a caso ha sede una delle più antiche sedi diplomatiche statunitensi in Europa».

La petizione, che ha già ricevuto il sostegno di numerosi studiosi di varie parti del mondo, può essere firmata da tutti, cliccando su https://www.change.org/CirilloAPS e sul link che si riceverà nella e-mail di conferma, ai fini della registrazione dell’adesione. Si invita invece a rifiutare qualsiasi richiesta di donazione, in quanto non promana da tale iniziativa.  

Tra i primi sostenitori dell’iniziativa, il prof. Gennaro Rispoli, direttore del Museo delle arti sanitarie e di storia della medicina di Napoli, ha dichiarato: «Il Museo esprime vivissimo apprezzamento per l'approfondito studio documentale svolto dal prof. Arena e si augura che l'impegno profuso sia coronato dal riconoscimento, sia pure tardivo, di Cirillo quale socio dell'American Philosophical Society. Questo confermerebbe la dimensione sovranazionale della fama meritata da Cirillo per il suo poliedrico profilo di intellettuale e scienziato».

Anche l’avv. Benedetto Migliaccio ha sottoscritto la petizione: «Assicuro che l’Accademia, i Rotary ed il Comune di Vico Equense, che ho il piacere di poter rappresentare, chiameranno a raccolta tutte le forze della nazione napoletana per sostenere questa iniziativa e correggere lo storico errore che impedisce al glorioso nome di Domenico Cirillo di figurare quale primo accademico italiano tra i soci della più prestigiosa società filosofica americana. Sarà anche l’occasione per divulgare ancora più profondamente nella società civile della grande Napoli, estesa oltre i confini della città metropolitana, la fulgida figura del Naturalista, Medico, Filosofo e Patriota Domenico Cirillo, al quale abbiamo già dedicato tre incontri di studio, in luoghi simbolo di quella Napoli capitale europea che, come Accademia Filangieri, amiamo profondamente».

Immediata la reazione del prof. Paolo Caputo, direttore dell’orto botanico di Napoli e ordinario di botanica sistematica presso l’Università Federico II: «Sono molto grato al prof. Arena per aver promosso una petizione volta a rettificare l’errore materiale che ha causato l’assenza di Domenico Cirillo dall’elenco dei soci della American Philosophical Society e la registrazione in sua vece dell’ignoto Professor Famitz. L’evidenza che il prof. Arena presenta è assolutamente chiara, come anche la spiegazione che egli fornisce delle possibili ragioni dell’equivoco. Posso ribadire che fu Cirillo, non lo sconosciuto Famitz, ad introdurre il Sistema linneano a Napoli ed a ricoprire la cattedra di Botanica all’Università. Inoltre, dalla consultazione della monumentale Taxonomic Literature di Stafleu e Cowan, oltre che del sito della Biodiversity Heritage Library, si evince che il cognome ‘Famitz’ non è noto in botanica. Aggiungo che in nessuno dei documenti disponibili relativi alla storia dell’American Philosophical Society compare il nome di battesimo di Famitz; ciò suggerisce che da quest’ultimo non pervenne alla Society alcuna lettera di ringraziamento, mentre pervenne quella di Domenico Cirillo, come risulta dai verbali. Ritengo che la Society non avrà difficoltà nell’accettare la petizione, alla luce dell’evidenza presentata dal prof. Arena e delle informazioni in merito pubblicate molti anni or sono da W. J. Bell. Rinnovo al prof. Arena i miei ringraziamenti per aver riportato alla luce quest’equivoco, per averne individuato le possibili ragioni, ma ancor di più per il generoso tentativo di rettificarlo: Domenico Cirillo è stato una figura di grandissimo rilievo per la scienza e la società della sua epoca, che, come tragica retribuzione per tutti i contributi che ha fornito, è stato condannato a morte. Qualsiasi atto che contribuisca ad aggiungere lustro alla sua già immensamente fulgida figura è più che benvenuto, oltre che doveroso».

Il sostegno all’iniziativa arriva anche dagli Stati Uniti: il prof. Antonio Giordano ha infatti dichiarato: «La petizione del prof. Arena mira a correggere un errore storico ed a riconoscere la profonda influenza che la scuola medica napoletana aveva negli Stati Uniti fin dalle origini. Non dimentichiamo che fu un altro medico italiano, il toscano Philip Mazzei, a suggerire a Thomas Jefferson alcune delle parole della dichiarazione di indipendenza. Da medico italoamericano che dirige da anni la SHRO, un centro di ricerca di Filadelfia di recente attivo anche in Italia, e da board member della NIAF, una delle principali associazioni degli italoamericani, appoggio pienamente questa iniziativa, in nome dei valori che uniscono l’Italia e gli Stati Uniti da oltre due secoli».

Il dott. Francesco Montanaro, presidente dell’Istituto di Studi Atellani, ha commentato: «Il nostro Istituto promuove da anni l’approfondimento della figura di Cirillo attraverso pubblicazioni ed incontri. Desidero pertanto esprimere il nostro pieno sostegno all’iniziativa del prof. Arena, che tende a riaffermare a livello internazionale la centralità della cultura scientifica napoletana del ‘700».

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