La paura del grasso corporeo non ha nulla a che fare con la salute. È, invece, espressione del razzismo e del sessismo sistemico occidentale. Lo spiega bene Sabrina Strings, nell'illuminante saggio "Fat Phobia" vincitore del Body and Embodiment Best Publication Award 2020 dall’Associazione Sociologi Americani e pubblicato ora in Italia per Mar dei Sargassi edizioni.
Il volume indaga il disgusto per i corpi grassi nelle nostre società. Avvalendosi di una grande varietà di fonti, il libro ripercorre le tappe storiche, scientifiche e filosofiche che hanno portato a determinare l’ideale di bellezza attualmente perseguito in Occidente. Strings avanza la tesi che le radici della grassofobia siano da ricercarsi nell’ascesa delle teorie della razza a partire dal Rinascimento. «Questo è uno studio importante e approfondito sulle radici della denigrazione razziale del corpo grasso. Dovrebbe essere una lettura obbligata per chiunque sia interessato alla nostra cultura contemporanea profondamente problematica della dieta e della vergogna del corpo». Amy Erdman Farrell, autrice di «Fat Shame», lo stigma del corpo grasso «Ben prima che le pubblicità della moda iniziassero a celebrare le diverse tipologie di corpi magri, la fobia dell'obesità era già una caratteristica del pensiero coloniale».
Bbc Culture: L’autrice: Sabrina Strings insegna sociologia alla University of California ed è maestra di yoga, che intende come pratica femminista.